Ancora violenze tra Israele e la striscia di Gaza. I disordini sono esplosi durante le manifestazioni organizzate da Hamas nel quadro della cosiddetta Marcia del ritorno, per ricordare i settant’anni della Naqba (catastrofe) iniziata per i palestinesi con la nascita dello stato di Israele nel 1948. Fonti locali vicino ad Hamas hanno riferito che 180 manifestanti palestinesi sono stati feriti da colpi d’arma da fuoco in scontri con l’Esercito Israeliano lungo il confine orientale. Secondo le stesse fonti di Hamas citate dall’agenzia MAAN, tra i feriti ci sono «un paramedico donna e anche un minore di dieci anni, i manifestanti, ha proseguito la Maan sono riusciti ad abbattere la barriera di sicurezza che traccia il confine con Israele e hanno cercato di assaltare le truppe israeliane; dove durante le colluttazioni è stato abbattuto un piccolo aereo usato dall’esercito per sparare gas lacrimogeni ad est di Rafah» nel sud della striscia. Il sito israeliano Ynet, divulga che contro i soldati è stata lanciata una granata ed inoltre un pallone incendiario ha provocato un incendio nella foresta di Beeri, in territorio israeliano. L’esercito, finora non ha fornito informazioni sugli incidenti. Le nuove tensioni hanno luogo proprio mentre sono in corso tentativi di mediazioni da Egitto e Onu, di arrivare ad una tregua tra le parti. Intanto, anche la notizia diramata dagli Stati Uniti, dove fanno sapere che da non finanzieranno più l’agenzia dell’ONU per I Rifugiati Palestinesi (UNRWA). Il dipartimento di stato ha definito la missione dell’UNRWA «un’operazione irrimediabilmente viziata». In questo modo gli Stati Uniti «non intendono più sostenere il peso assai sproporzionato» dei costi dell’agenzia. Nello specifico, la lamentele è «l’infinita ed esponenziale crescita dei beneficiari degli aiuti». Chris Gunness, portavoce dell’UNRWA, mediante una dichiarazione, con ha espresso «profondo rammarico e delusione» respingendo le critiche al suo operato».
Raffaele Fattopace