Napoli è un città dominata dalle scale, scalini, gradoni, salite e discese tali da rendere i tragitti più faticosi ma allo stesso tempo panoramici. Ma cinque di queste scale sono state definite sante perché ricordano metaforicamente le scale percorse da Gesù, sanguinante e sofferente, a seguito della flagellazione per accedere al palazzo pretorio di Ponzio Pilato, governatore romano di Gerusalemme, quindi teoricamente farle a piedi in ginocchio, pregando, consente di ottenere l’indulgenza. La scala di Santa Maria della Sapienza, in via Costantinopoli nel centro storico, veniva utilizzata dai religiosi come penitenza ma giace in uno stato di abbandono.Altra scala quell dell Chiesa di San Gregorio Armeno, e le monache di clausura del convento fossero obbligate a percorrerle in ginocchio tutti i venerdì di Quaresima sino al giorno della Santa Pasqua come atto di penitenza.
Tra le scale sante ricordiamo la scalinata composta da 33 gradoni in marmo dell’Arciconfraternita dell’Ecce Homo al Cerriglio questa scala fu costruita in maniera inusuale rispetto al solito, dall’alto verso il basso invece che al contrario, affinché non fosse calpestata dai piedi dei muratori ma solo dalle ginocchia dei fedeli, desiderosi di ricongiungersi a Dio attraverso le preghiere.
Vicino l metro 1 Toledo, è situata la scala santa dell’ Arciconfraternita dei Bianchi dei Santi Francesco e Matteo costruita nel 1606 per volere di papa Paolo V.
Altra scala santa è quella dell’ex monastero dei Santi Marcellino e Festo la cui struttura nasce dall’ unione di due monasteri femminili risalenti all’alto Medioevo, il primo dedicato ai santi Marcellino e Pietro, il secondo ai santi Festo e Desiderio.
La napoli, ammirata in tutto il mondo, nelle sue immagini più famose in cui la vediamo ritratta nelle cartoline in giro per il mondo, vi è sempre presente il mare, il sole e si intravedono in lontananza i gradini, fragili, di una scala.