Atlantico, come l’oceano che ha sorvolato tanto in questi due anni; e Atlantico, come il mare in cui confluiscono, da est a ovest, tante culture diverse. Ha intitolato così, Marco Mengoni, il suo nuovo disco di inediti, in uscita il 30 novembre per Sony Music (e per l’occasione il cantautore ha organizzato anche Atlantico Fest – Attraversa la musica, tre giorni di eventi fino al 1 dicembre a Milano). Quindici tracce in cui i ritmi caraibici e salseri pieni di allegria, assorbiti viaggiando zaino in spalla, trovano la giusta quadra con il pop cantautorale dell’artista che tra meno di un mese festeggia 30 anni (e 10 di carriera).
“Sono fortunato, perché essendo nato a Natale non festeggio mai. Quindi la cifra tonda non fa tanta differenza rispetto ad altri compleanni – ammette -. Ma sono soddisfatto delle esperienze fatte finora. Nel 2019 sono anche 10 anni di carriera (da quando vinse X Factor). Ecco, chi l’avrebbe detto?”. Atlantico arriva a tre anni di distanza da “Le cose che non ho” ed è frutto del viaggio, fisico ma anche interiore, che Mengoni ha intrapreso tra Portogallo, Marocco, Arabia Saudita, Tanzania, New York (“la metropoli che ti può far sentire incredibilmente solo e piccolo in mezzo a milioni di persone”). “Sono stati due anni in cui ho sentito il bisogno di vivere a fondo le emozioni. Tutte. La gioia come il dolore. Perché servono entrambe, altrimenti non avremmo il contrasto – si racconta Mengoni -. Ho raccolto appunti, tanti, che poi ho portato a Fabio Ilacqua con il quale ho scritto i pezzi. Non è stato facile tradurre tutte le sensazioni che avevo messo in valigia, andando alla ricerca di me stesso e trovando riflesso nello specchio il mio peggior nemico”.