Era di soli pochi giorni fa la notizia che, nel 2013, la vendita di libri, in Italia, era diminuita drasticamente. L’Associazione Italiana Editori, infatti, denunciava un calo delle vendite fino al 6,3% rispetto all’anno precedente (circa 2 milioni e mezzo di libri in meno). Il dato preoccupante si registrava già per il terzo anno consecutivo e le Case Editrici nazionali segnalavano forti perdite in termini economici.
Come se non bastasse, Sabato 10 maggio, giorno clou della kermesse, si abbatteva su Torino la manifestazione “No Tav”, la quale ha portato decine e decine di visitatori a rinunciare a giungere nel capoluogo piemontese, al fine di non incappare nella protesta e, quindi, nei relativi disagi.
Tuttavia, i numeri del Salone Internazionale del Libro di Torino, la più importante fiera letteraria del nostro Paese, sono stati assolutamente vincenti, fotografia di un successo quasi insperato.
Oltre 1200 gli editori presenti agli stand, centinaia gli autori di fama internazionale accorsi sul posto, decine i concorsi letterari collegati alle Case Editrici.
Gli ingressi sono arrivati quasi a toccare quota 350mila (339.752), il 3% in più rispetto allo scorso anno.
Anche le vendite hanno subito un incredibile aumento, con punte anche del 50% in più rispetto all’edizione precedente (Sperling & Kupfer). In media, tutti hanno visto i loro ricavi migliorare tra il 10 e il 20%.
“La forza della manifestazione” – dicono alcuni partecipanti – “è stato inserire le vendite dei libri in contesti interessanti quali presentazioni da parte degli autori, la possibilità di vedere da vicino star della tv. Intrattenimento al servizio della cultura, insomma”.
E infatti, all’Auditorium del Lingotto (1.200 posti), sold out per Fabio Volo, per i due masterchef Carlo Cracco e Bruno Barbieri.
Tutto esaurito e code interminabili anche per Alberto Angela, per Luciana Littizzetto in dialogo con Ferzan Ozpetek, per Francesco Guccini, Margaret Mazzantini e per Joe Lansdale e Niccolò Ammanniti.
Presi d’assalto anche gli stand dedicati alla Santa Sede.
Tanti i piccoli editori che, nonostante le tante difficoltà a mettersi in mostra nelle librerie, hanno trovato spazio tra i banchi dei gruppi più solidi (Feltrinelli, Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Mauri Spagnol), grazie a tariffe agevolate a loro riservate.
Un grande successo che rende certamente felici gli organizzatori e la città di Torino.
A dirla tutta, rende felici tutti quanti noi che facciamo questo mestiere, che lavoriamo con le parole e viviamo per raccontare agli altri delle storie, dalla cronaca alla prosa, dagli articoli giornalistici, alla poesia, al romanzo.
I numeri del Salone Internazionale di Torino danno la forza di credere in una rinascita culturale da parte di un paese alla deriva proprio da quel punto di vista. Insistere su questa strada è l’unica via possibile per tornare ad essere, come in passato, culla della Cultura.