La violenza oggi è qualcosa di cui parlare, di cui arrabbiarsi e urlare, per creare associazioni, lotte, gruppi virtuali che come ” eserciti” possono combattere l’odio di genere, ed ogni forma di schiaffo, di offesa, di dolore su di una donna, ritenuta da sempre il sesso “debole”.
Tra le tante battaglie culturali in atto una, punta al cambiamento per le giovani generazioni, ovvero saper riconoscere la molestia e la violenza, saper rifiutare il rapporto non paritario tra uomo e donna, saper capire che quello basato sulla prepotenza del più forte non è “amore”, non è follia data da quel sentimento così forte, è qualche altra cosa di diverso, per cui battersi ogni giorno, perchè non ci siano mani che possano distruggere una donna, che possono talvolta uccidere figli, perche tutto fa parte di quell’ idea di possesso, anche la famiglia. Ed è importante che giornate come quelle passate del 24 del 25 novembre, si ripetano ogni anno perchè qualcosa è diverso, sta cambiando l’importanza delle battaglie che si fanno per evitare tragedie familiari o femminicidi, perche quando si uccide di botte una mamma, quando le si toglie la vita, la parola famiglia non esiste più per i figli che lascia, e non esiste felicità.
La percezione di un cambiamento è supportata da dati rilasciati in occasione della Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, avuta il 25 del mese scorso, infatti ScuolaZoo, la community online di studenti e Terre des Hommes hanno diffuso i dati dell’Osservatorio InDifesa, una grande indagine realizzata in Italia sulla Generazione Z sul tema della violenza, stereotipi di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting. Ciò che emerge dai dati è che La Generazione Z si ritiene consapevole dei rischi della rete., infatti per loro le molestie e forme di violenza sono anche quelle che avvengono online. Il 91,4% ritiene che vedere immagini “provocanti” di loro stessi circolare online o su Whatsapp di amici è grave quanto subire una violenza fisica. Inoltre, il 70% degli intervistati si dice infastidito da commenti volgari online sul proprio fisico che non piace , di questi il 71,8% è una ragazza, di cui il 52,2% ha una età compresa fra i 16 e i 18 anni, quindi in piena adolescenza.
La rete apre le porte anche ai fenomeni del bullismo e al cyberbullismo, fa specie che, fra gli intervistati il 32% dichiari di esserne stato vittima e di questi 2/3 sono ragazze, sono donne non sono uomini. Per quel che concerne, invece la violenza fisica, per il 60,45% dei ragazzi si parla di molestia solo quando si è davanti a un vero e proprio tentativo di violenza; per le ragazze, invece, si parla di molestia già quando avviene un contatto fisico invadente e non cercato (69,81%).
In Italia, aumenta anche il numero degli orfani di madre dovuti a femminicidio, a casi di violenza inaudita che porta poi alla morte della mamma per i figli, infatti oltre due mila sono gli orfani, molti dei quali hanno assistito al delitto che molto spesso avviene fra le mura domestiche, in casa, in giardino o fuori scuola. Luoghi, insomma, vicini ai figli che assistono inermi, alla distruzione della propria sicurezza, e il giorno dopo nulla è più come prima per loro: la madre è morta e hanno un padre-assassino in galera, che rimarrà sempre padre, mentre fuori hanno un mondo da scoprire, una vita da vivere senza nessuno, soli.
Questo è lo strascico che si porta dietro il femminicidio: il dolore abissale dei figli.