di Nicola Russo*
Nella notte della tradizionale festa dell’Immacolata, nel Rione Savorito (così denominato dalla toponomastica che vale per le persone per bene che pure lo abitano) o anche noto come il Bronx dei gregari del clan d’Alessandro, che di quel posto hanno fatto una piazza di spaccio, si è consumata un’ultima vergogna per questa città.
Sull’alta pira del “fucaracchio” era stato steso un lenzuolo con una scritta inneggiante alla morte sul rogo dei pentiti (i collaboratori di giustizia) con un fantoccio alla sua base. Alla pira è stato dato fuoco con effetti pirotecnici sotto gli applausi degli astanti. La scena è stata trasmessa e commentata dal TG1 e dai maggiori quotidiani nazionali.
Il sindaco Cimmino, come si sente nel video, ha dichiarato che “qualcosa” non ha funzionato nei controlli.
Qualcosa non ha funzionato nei controlli??
1) devo ritenere che l’edificazione di quella catasta enorme fosse stata autorizzata, visto che non poteva che essere visibile
2) devo ritenere che vi fossero, quanto meno, agenti della polizia locale e vigili del fuoco per ragioni di ordine pubblico e sicurezza presenti al momento dell’accensione del rogo
3) devo ritenere che la collocazione del lenzuolo e del fantoccio abbiano richiesto tempo
4) devo ritenere che, quindi, che c’erano modi e tempi perché si impedisse questo gesto camorrista e schifoso
5) devo ritenere che, se nessuno lo ha impedito, c’è stata la presumbile connivenza degli operatori delle forze dell’ordine presenti sul posto: chi era di servizio lì?
Il collegamento agli arresti di questi giorni è stato fatto da tutti gli organi di stampa ed appare piuttosto palese.
Sindaco Cimmino non se la cavi con una frasetta impaurita e di circostanza. Queste cose vanno condannate apertamente e chiaramente. Con nomi e cognomi. Il Savorito è degli operai ed impiegati onesti. Il Bronx è dei clan Esposito e d’Alessandro. La camorra (che ormai si veste anche con gli abiti buoni per potersi sedere ben accettata ai tavoli del centro città) ha nella nostra città nomi e cognomi. Sono solo persone. Culturalmente squallide, moralmente vigliacche, e che a questa città, a ciascun suo operaio, commerciante, studente, professionista, imprenditore ha solo sottratto prospettive di sviluppo e ricchezza. Nell’elenco non ho messo la politica. Volutamente. Ne ricordo pochissimi ad aver fatto nomi e cognomi con parole di condanna. Io da giovane magistrato li feci subito e pubblicamente. Non per mostrare il mio coraggio ma per suscitare quello della mia città.
SONO STANCO DI ASPETTARLO QUESTO CORAGGIO.