La vicenda del concorso per dirigenti scolastici in Campania per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, ha assunto un profilo sempre più paradossale e a pagarne le conseguenze sono i candidati idonei che con onestà e trasparenza hanno partecipato alla selezione.
A fronte della stragrande maggioranza di concorrenti iniziali e, poi, di quelli dichiarati idonei, una esigua minoranza – che avrebbe violato le regole anche con comportamenti illegali – rischia di vanificare gli sforzi, l’impegno e anni di studio di persone che hanno avuto il “torto” di essere oneste.
Ma veniamo al caso. Nel luglio 2011 viene bandito il concorso ordinario per Dirigenti Scolastici. Nell’ottobre dello stesso anno alla prova preselettiva si presentano 5539 candidati, di cui vengono ammessi allo step successivo soltanto1484 partecipanti (più 400 con riserva). Dopo un anno esatto, il 30 ottobre 2012, viene finalmente reso noto l’elenco degli ammessi all’orale: complessivamente sono 846 i professori che “passano il turno”. Il 7 gennaio 2013 iniziano gli orali che si fermano a febbraio per un ricorso al Tar che accoglie le domande cautelari proposte dai candidati non ammessi alla prova orale. Poi finalmente la ripresa dei lavori e la conclusione il 18 febbraio di quest’anno. Ma ecco arrivare le denunce per presunti illeciti, diversi gli indagati e un nuovo stop. La Procura di Napoli sequestra parte della documentazione e la pubblicazione della graduatoria provvisoria dei vincitori non avviene.
Da mesi dunque i candidati della Campania dichiarati idonei attendono invano la pubblicazione delle graduatorie che viene loro negata non si sa bene per quale valido motivo. Tra ricorsi in sede amministrativa, inchieste di natura penale, notizie confermate e non confermate di violazioni di ogni regola di legge che avrebbe avvantaggiato in ogni caso una minoranza di partecipanti al concorso, quello che è evidente è che sono stati ingiustamente penalizzati i docenti che il concorso di fatto lo hanno vinto, nel pieno rispetto di tutte le regole e solo sulla base della loro preparazione. Perché in questa Italia che calpesta il merito non si può, invece, dare un segnale di trasparenza e di tutela dei diritti delle persone perbene?
Il Ministro dell’Istruzione e dell’Università Stefania Giannini, in visita a Napoli lo scorso 7 maggio, in merito all’incresciosa questione ha affermato che Il problema non riguarda solo la Campania. Anche altre regioni, tra cui la Lombardia, hanno problemi analoghi. Anche questo è all’attenzione del governo. L’unica soluzione è affrontare la questione a livello nazionale, con un provvedimento che separi le vicende giudiziarie da quelle amministrative.