L’Unione Europea, sogno di illuminati utopisti quali Altiero Spinelli e Robert Schuman, appare oggi una bella opera incompiuta. Pur avendo raggiunto straordinari traguardi come la pace (con l’eccezione dei Balcani) nel Continente da millenni devastato dalle guerre, e l’unione monetaria e dei mercati, non è riuscita – ancora – a trasformarsi in una identità politica come, ad esempio, e’ avvenuto negli Stati Uniti d’America.
La Grande Crisi importata nel 2008 da Oltreoceano, affrontata con una politica rigorista anziché espansiva, la globalizzazione, lo strapotere della grande finanza, le immigrazioni non controllate hanno causato grandi guasti nel tessuto sociale ed economico del Continente con decine di milioni di disoccupati, diseguaglianze crescenti, insicurezza, paura del futuro. E, oserei dire soprattutto, perdita di identità o timore di perderla. Per molti l’Europa si è trasformata da madre in matrigna: come confermano il caso Brexit, e, in misura meno traumatica, Polonia, Ungheria, Italia.
La questione, complessa quanto vitale per l’avvenire di noi tutti, è stata dibattuta pochi giorni or sono a Milano in un convegno internazionale organizzato dalla rivista Logos il cui direttore scientifico e’ Giuseppe Valditara: decine di docenti universitari ed alcune personalità pubbliche hanno affrontato il tema “Sovranità, Democrazia, Libertà”, non sulla base di un disegno politico, ma accomunati da una sensibilità al tema.
Nessuna guerra all’Unione Europea è stato il messaggio: disuniti, i piccoli Stati che la compongono sarebbero facile preda delle superpotenze. Ma vanno preservati valori e tradizioni nazionali. Questo è patriottismo mentre la sua degenerazione, il nazionalismo, è volontà di dominio. E una forte identità nazionale è cosa opposta al razzismo. Bisogna quindi difendere i valori universali della civiltà occidentale che hanno dato democrazia e libertà ai popoli. E sarebbe sciocco chiudere alla globalizzazione, ma è necessario gestirla nella sua ricaduta negativa, il globalismo.
Europa delle Nazioni, in sintesi. Almeno sino a quando l’Unione Europea non sarà tale anche da un punto di vista politico, appare a molti difficilmente accettabile che, per citare, una istituzione sovrannazionale come la Corte di Giustizia possa prevalere con le sue sentenze su quelle dei giudici di un Paese membro. Le leggi sono il risultato di una sedimentazione secolare di culture, tradizioni, sono le radici di un popolo. E’ pericoloso soffocarle.
Achille Colombo Clerici