Avete letto bene. Un pezzo di carta. Perché definire giornale e informazione tutte le uscite razziste di questo “quotidiano” e adesso anche queste uscite omofobe, è davvero da folli.
Il titolone sulla prima pagina a caratteri cubitali che recita: “C’è poco da stare allegri. Calano fatturato e Pil, ma aumentano i gay”, è aberrante, una correlazione che non sta né in cielo né in terra, un comportamento che in un Paese civile non è per nulla accettabile.
Le reazioni sono arrivate, come probabilmente si aspettava e sperava il direttore Vittorio Feltri, che sembra muoversi secondo la famosa citazione di Oscar Wilde “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”, una massima che andrebbe rivista visto il numero di copie che vende Libero, al di sotto di molte testate locali.
Di Maio è intervenuto su Instagram annunciando che quelli di Libero “ continueranno a scrivere idiozie senza fondi” del governo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Crimi, sottosegretario con delega all’editoria, che ha affermato: “avvierò immediatamente una procedura per vagliare la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti ad un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia.”
Ferdinando Nardone