Eletta da 938 persone, la giovane di Portici è stata scelta tra gli oltre 500 cittadini, così come vogliono essere chiamati quelli del M5S, a rappresentare il movimento in Europa insieme con altri 16 candidati. Porteranno le istanze che provengono dalla rete, dai meetup e dagli incontri con i cittadini.
Quali sono i punti cardine sui quali vi batterete?
«Chiediamo l’abolizione dei trattati internazionali: il MES, il fiscal compact e l’inserimento in costituzione del pareggio di bilancio. Puntiamo, poi, allo sviluppo delle politiche comuni del Mediterraneo, gli investimenti per le attività produttive e più in generale per l’allevamento e l’agricoltura. Se non riuscissimo ad ottenere, dalle trattative internazionali, i sei punti, chiederemo a tutti di potersi esprimere sull’euro. del resto non gli italiani non sono mai stati consultati sulla moneta unica».
Insomma il classico no, tipico del Movimento anche in Parlamento.
«Non è così, basta andare sul sito della camera per verificare il nostro voto. Su tante proposte di legge presentate da PD o PDL noi abbiamo votato a favore e loro contro, sulle loro stesse proposte solo perché abbiamo votato si»
Si spieghi meglio. Loro votavano contro alle loro stesse proposte?
«Assolutamente si. Un esempio su tutti: io mi occupo della raccolta firme in tema rc auto, per eliminare le discriminazioni tariffarie che penalizzano soprattutto la Campania. I nostri parlamentari hanno presentato un disegno di legge che permetteva all’assicurato, che non aveva fatto incidenti negli ultimi 5 anni, di avere un abbassamento della tariffa. Ebbene è stato votato contro proprio dagli esponenti del PD campano che adesso hanno presentato una loro proposta di legge praticamente identica, che stanno spendendo in campagna elettorale».
Quali sono i punti di un suo programma personale?
«Voglio portare a Bruxelles le battaglie che faccio sul territorio come attivista da anni. Vengo da Portici, una città con un patrimonio artistico e culturale immenso, con le ville vesuviane, la prima ferrovia d’Europa, la Reggia ed il bosco. Credo che dobbiamo gestire fondi europei legandoli a temi come il marketing territoriale, in modo da attrarre turismo e di conseguenza creando lavoro e ricchezza.
Un altro obbiettivo è dare rappresentanza alle piccole e medie imprese che in Europa sono schiacciate dalle lobby della grande distribuzione».
A proposito di fondi europei, che pensa della situazione nella nostra regione?
«In Campania spendiamo poco più del 30% dei fondi europei. Col movimento puntiamo a portare parlamentari che stiano li a lavorare facendo emergere le istanze dei cittadini. Inoltre molti fondi europei vengono utilizzati come arma di scambio con i territori, creando solo cattedrali nel deserto».
Senta, un’ultima curiosità. Siete gli unici a noi proporre un candidato alla presidenza della commissione europea.
«Sicuramente non ci riconosciamo nel modello tedesco di Schulz o il lussemburghese Junker. Insieme a noi ci saranno 150-200 parlamentari che non appartengo alle classiche forze europee. Una volta che saremo in Europa, decideremo che fare».