In ordine hanno preso la parola i capigruppo Dem alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo. Subito dopo c’è stato un talk tra Frans Timmermans, candidato dei Socialisti europei alla presidenza della Commissione europea e Enrico Giovannini, fondatore e portavoce ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). Poi è stato il momento dei tre candidati alle primarie del Partito democratico: Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Il dibattito è proseguito con interventi anche di quei candidati che non hanno ottenuto l’accesso alle fasi finali per scegliere il prossimo sgretario del Pd: Francesco Boccia, Maria Saladino e Dario Corallo.
“È arrivato il momento di presentare una mozione di sfiducia al ministro Salvini, ha violato la legge nel fare il suo lavoro”. Esordisce con un attacco al vicepremier leghista sul caso Diciotti Maurizio Martina nel suo intervento alla convenzione nazionale del Pd a Roma, dove sono stati presentati i dati ufficiali della prima fase del congresso, ossia il risultato del voto dei circoli.Nicola Zingaretti insiste sul tema dell’unità, ma anche sull’esigenza di voltare pagina. “Voltare pagina significa mettere assieme ai successi i nostri limiti, ammettere gli errori di un riformismo che ci ha fatto superare la crisi, ma non ha evitato le difficoltà che hanno vissuto milioni di persone”. Tutto questo senza dividersi. “Da oggi viene per tutti noi la prova più difficile ma anche la più bella: no alla gara di insulti ma capire come aprire davvero fase nuova, sapendo che anche quando la pensiamo in modo diverso, è la diversità di una comunità. Hai ragione Maurizio: molti giornalisti mi chiedono ‘cosa pensa lei dei suoi avversari in questo congresso?’ E la mia risposta è sempre: non ci sono avversai nel mio partito ma concorrenti”. E reagisce alle accuse di “inciuci” con i 5Stelle: “Mi sono perfino stancato e lo trovo umiliante dover dire ancora che non voglio alleanze o accordi con i Cinque Stelle. Io li ho sconfitti due volte. Chi mi accusa di questo, imparasse a sconfiggerli”.
Per Roberto Giachetti “il Pd è vivo, altro che partito in macerie”. Ma chiarisce che non ci potrà essere spazio per nessuna apertura a Leu: “Mai con chi ci ha distrutto”.
Nel suo intervento, nel corso della convenzione, Calenda è duro: “Quando parlo di ‘Siamo europei’ l’obiezione che mi fanno sempre è che è una cosa del Pd, perchè c’è un grandissimo problema di credibilità della nostra forza politica. Possiamo fare finta di niente qui dentro, ma fuori da qui non funziona per un nano secondo”.
Alla fine, prove di pace: “I tre candidati dopo una mattinata diciamo così ‘burrascosa’ hanno confermato l’appoggio unitario a #SiamoEuropei”, annuncia l’ex ministro dello Sviluppo.