Continuano a far discutere le vicende legate al naufragio del mercantile italiano della Grimaldi Lines “Grande America“, stavolta riguardano le possibili e catastrofiche conseguenze ambientali.
La nave è affondata otto giorni fa ad una profondità di 4600 metri, e giace ora sui fondali marini del Golfo della Biscaglia, sulla costa occidentale della Francia, zona nel quale sono in corso operazioni di bonifica.
Ciò che desta maggiore preoccupazione tra le autorità francesi è però il serio rischio ecologico, sono infatti visibili ad occhio nudo delle grosse macchie di olio pesante. Alcune squadre di soccorso stanno già operando da giorni per toglierle, mentre nella giornata odierna è venuto in aiuto il rimorchiatore spagnolo Alonso de Chaves, salpato da Gijon (Spagna), specializzato in antinquinamento.
Nelle stive del mercantile erano presenti 365 contenitori, 45 dei quali contrassegnati come merci pericolose, oltre 2000 veicoli e ben 200 tonnellate di olio combustibile pesante.
Secondo i dati della Prefettura Marittima la nave conteneva 100 tonnellate di acido cloridrico e 70 tonnellate di acido solforico, ma l’associazione Robin des Bois, che ha già espresso di voler esporre denuncia, in un comunicato stampa dichiara che probabilmente le sostanze sono molto più pericolose, in quanto gli spedizionieri spesso fanno dichiarazioni false per un discorso di rincaro dei costi.
Sulla base dei dati Equasis, ovvero l’ Agenzia europea per la sicurezza marittima, il mercantile aveva effettuato all’incirca 40 controlli dal 1988 ad oggi, l’ultimo proprio nel 2019, a Tilbury, in Inghilterra, dove gli ispettori fermarono la Grande America per nove giorni dopo avere elencato 35 punti deboli della nave, 14 dei quali nelle misure anti-incendio.
L’equipaggio, fortunatamente, è stato messo in salvo e i 27 occupanti hanno già raggiunto la cittadina francese di Brest.
Nonostante le continue correnti del mare spingano le sostanze inquinanti vicino alle coste francesi, i meteorologi hanno stabilito che queste non saranno interessate dalla fuoriuscita. Almeno, non durante questa settimana. Mentre le tracce d’idrocarburi, segnalate sabato scorso da una ONG sulla spiaggia della Gironda (in Francia), sarebbero dovute a un inquinamento “di origine organica.