La questione relativa alla realizzazione di un vasto processo di interventi di rigenerazione urbana, da molti auspicato, e’ puramente economica e sociale.
In Italia il valore complessivo degli immobili e’ di 9.500 miliardi. A fronte esiste una ricchezza mobiliare di 4.500 miliardi, oltre 1.200 dei quali detenuti in contanti sui conti correnti ed in continuo aumento. Una massa di liquidità inattiva ai fini dello sviluppo del Paese a causa di politiche che non ne valorizzano l’impiego.
Si deve partire dalla considerazione che alti valori immobiliari ed economia generale prospera vanno di pari passo. Non ci sono valori che tengano se l’economia langue.
Perche’ questa cresca occorre innescare processi di sistema che mobilitino milioni di operatori: le operazioni di nicchia – le cosiddette grandi opere o quelle dei grandi investitori – servono a poco; e si rivela controproducente, per una efficace oparazione di rigenerazione urbana, il modello spagnolo, emblematicamente rappresentato dalla città fantasma Valdeluz alle porte di Madrid, frutto del connubio grandi imprese di costruzione-banche.
Dobbiamo varare misure che valgano ad incentivare l’investimento del risparmio familiare negli immobili: con cio’ si sostiene il valore di mercato e si promuovono gli investimenti produttivi (manutenzione, recupero e nuova edificazione) con un benefico effetto sulla crescita economica generale, anche per la capacita’ di generare un imponente indotto.
Al giorno d’oggi la politica e’ ottenebrata dalla preoccupazione, dall’ansia di far quadrare i conti del bilancio statale: nel 2012 per recuperare 20 miliardi di imposte, abbiamo perso nel nostro Paese, in termini di valore degli immobili, oltre 1.000 miliardi. Si e’ causato in tal modo un senso di impoverimento nei cittadini, i quali hanno ridotto drasticamente le spese per beni durevoli. Una concausa per la quale la crisi, da finanziaria, è diventata economica.
Si e’ prodotto il calo dei valori immobiliari e la stasi del mercato, con l’aumento del carico fiscale. E’dunque necessario far risalire tale valore e rilanciare il mercato, allegerendo la fiscalita’.
Inoltre, si e’ causata la scomparsa dell’investimento privato nella locazione abitativa ( in termini sia di nuovi interventi edilizi, sia di recupero ) con una politica di rigore penalizzante: in fondo, di retroguardia. Due i gravi effetti negativi sul sistema socio/economico: e’ stata esclusa dall’investimento negli immobili una parte rilevante del risparmio delle famiglie; ed e’ stata penalizzata la gestione diretta del risparmio da parte delle famiglie stesse.
Dobbiamo promuovere come modello virtuoso, quello italiano storico: famiglie/costruttori medi. O aspettiamo che arrivino i cinesi con il loro modello ?
Achille Colombo Clerici