“La Consulta Regionale della Campania per la condizione della donna, preso atto del Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families, WCF) che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, considerati i temi che verranno trattati e le Organizzazioni che ne prenderanno parte, esprime tutte le proprie perplessità, nonché con forza la propria opposizione ed il proprio dissenso al ruolo nel quale il Congresso intende confinare la donna, e nel contempo condanna fortemente ogni discriminazione basata sul genere e sull’orientamento sessuale e che miri a limitare i diritti e l’autodeterminazione di chiunque”.
Così dichiarano le componenti della Consulta regionale femminile della Campania, annunciando l’adesione e la solidarietà alle mobilitazioni delle donne che si terranno nei prossimi giorni.
“Quello che si terrà è un Congresso organizzato da una lobby statunitense – spiegano – che raduna sigle pro-life, attivisti anti-aborto e rappresentati di associazioni che si oppongono alle coppie gay, al divorzio e alla libertà femminile. La finalità di tali associazioni è quella di limitare fortemente il ruolo della donna nella società, rilegandola ad un ruolo marginale tendenzialmente dedito alla cura della famiglia, della casa e della prole. Unitamente alle limitazione delle donne, tali associazioni propongono un modello di società patriarcale, nelle quale devono essere eliminate e comunque ghettizzate tutte le altre figure non rientranti nel loro schema”.
“Ad essere messi in discussione – sottolineano – sono non solo la libertà ed autodeterminazione delle donne, ma di chiunque, secondo la loro arcaica, misogina e omofoba concezione, non si adegui agli unici schemi dagli stessi ritenuti “normali”.
“Appoggiato da una parte del Governo – continuano – il Congresso vorrebbe vanificare tutte le conquiste delle donne, faticosamente ottenute negli ultimi 50 anni, proponendo un ritorno a legislazioni arcaiche ed illiberali, totalmente in contrasto con la Carta Costituzionale”.
Le Consigliere della Consulta regionale della Campania per la condizione della donna, all’unanimità “esprimono forte preoccupazione per i segnali che stanno arrivando, sono vicine ed esprimono solidarietà alle donne della rete “Non una di meno” di Verona e alle donne di tutta Italia che in quei giorni manifesteranno innanzi alla sede del Congresso. Chiedono a gran voce interventi mirati che finalmente realizzino la parità sancita dalla Costituzione e che tutelino le donne e tutte le minoranze da ogni forma di discriminazione, violenza e sopruso. Fortemente contrastano l’idea della famiglia tradizionale come unica meritevole di tutela e di riconoscimento, rilevando come tutte le unioni debbano essere ugualmente riconosciute e tutelate, come libera autodeterminazione dei singoli
Noi diciamo no a tutto questo – concludono – Lo diciamo per noi stesse, per le generazioni future, per tutte le donne e soprattutto per tutto il Genere Umano . Perché la libertà di ciascuno non si tocca”.