Privi di diritti ed oberati di doveri non conoscono però l’egoismo e dividono fraternamente tra loro il poco di cui dispongono anche se tutti li hanno dimenticati, dal Parlamento, impegnato in squallide beghe di potere e spesso addirittura dagli stessi familiari, loro non vogliono sentirsi inutili e se non possono lavorare, vogliono poter donare il loro sangue a chi ne ha urgente bisogno.
E’ un sangue che si nutre quotidianamente di amarezza, ma che può divenire una dolce miscela in grado di salvare tanti malati.
Ne ho parlato tra i detenuti di Poggioreale, raccogliendo decine di entusiastiche adesioni, ma credo fermamente che anche in tutti gli altri penitenziari italiani migliaia di giovani vigorosi sarebbero felici di poter regalare la vita, senza nulla chiedere in cambio.