Facebook rafforza le regole sulle pubblicità politiche in vista delle elezioni europee di fine maggio. In un post firmato dal vicepresidente Richard Allan, la compagna annuncia l’introduzione di nuovi strumenti per perseguire due obiettivi: evitare che le inserzioni siano usate da Paesi esteri per interferire nelle elezioni – come accaduto con i post di troll russi durante le Presidenziali Usa del 2016), e aumentare la trasparenza degli spot politici.
Per pubblicare post elettorali a pagamento, gli inserzionisti dovranno essere autorizzati nei loro Paesi, dimostrando la loro identità e la residenza. Nelle inserzioni sarà specificato chi ha pagato per pubblicarle, quanto ha pagato e quante persone le hanno viste. Chi non si sarà registrato entro metà aprile, si vedrà bloccare gli spot. Le pubblicità saranno conservate in un archivio online consultabile per 7 anni.
I nuovi strumenti, in parte già annunciati in precedenza, si applicano non solo agli spot elettorali in senso stretto, a sostengono di un candidato o partito, ma anche ai post che trattano argomenti molto politicizzati e in grado di incidere sul voto, come l’immigrazione.