Ancora un blackout in Venezuela, a restare al buio questa volta è gran parte di Caracas e oltre dieci stati, oltre che nella capitale, in Aragua, Lara, Portuguesa, Nueva Esparta, Miranda, Sucre, Zulia, Carabobo, Anzoátegui, Vargas, Monagas, Cojedes, Yaracuy, Barinas e Táchira. Si conta la terza macro interruzione del servizio generale di energia in pochi giorni, causando ancora una volta notevoli disagi. Per il momento, le autorità, escludono di classificare l’evento quale sabotaggio. In questo contesto, e a poche ore dalla revoca al suo leader Juan Guaidó della carica di presidente del parlamento, ad opera del governo di Maduro, oggi torna in piazza l’opposizione, per una manifestazione su tutto il territorio nazionale organizzata dallo stesso Guaidó, proprio per protestare contro la mancanza di servizi pubblici e dei farmaci. La partita politica ora sembra dunque giocarsi sulle reciproche accuse di ignorare le necessità della popolazione venezuelana, che è oggettivamente allo stremo per i continui disservizi e la carenza di alimenti e farmaci. Proprio riguardo a quest’ultimo tema, Il governo chavista del presidente Maduro, ha ammesso la disastrosa crisi umanitaria e ha raggiunto un accordo con la Croce Rossa Internazionale, la chiesa venezuelana e indirettamente l’opposizione per lasciare entrare aiuti umanitari aiuti sanitari nel Paese. L’accordo, viene reso pubblico in una conferenza stampa tenutasi a Caracas e alla quale partecipano il presidente della Croce Rossa Internazionale, Francesco Rocca e il cardinale Balthazar Porras. L’avvocato Rocca, nota la sua fama di mediatore e fine risolutore di crisi umanitarie in una dichiarazione ha affermato: «Siamo pronti per lavorare insieme alla Croce Rossa venezuelana, per sviluppare un piano d’azione per portare gli aiuti dove è più necessario. Saranno i tecnici a definire il piano, ascoltando tutte le parti sociali. Siamo pronti ad accettare tutte le donazioni, siamo aperti a tutti e saremo trasparenti nella distribuzione. Siamo anche pronti ad usare materiale a disposizione di Colombia e Brasile se corrisponderà ai nostri criteri». Da qualche è giunto all’aeroporto di Caracas un aereo con a bordo 75 tonnellate di medicinali e materiali medici e chirurgici provenienti dalla Cina. A darne notizia è stata la tv venezuelana Telesur, che ha diffuso un video in cui si mostra come il carico sia stato accolto dal vicepresidente per l’area economica Tareck el Aissami, anche Ministro per l’Industria e la Produzione Nazionale in una nota ha dichiarato presso lo scalo di El Aissami Simon Bolivar di Caracas, «Abbiamo ricevuto, questo primo carico di importante materiale medico, che comprende fra l’altro antibiotici, farmaci per il diabete, materiale medico chirurgico, protettori gastrici e analgesici. Con questo primo carico abbiamo cominciato, nel quadro delle relazioni che il Venezuela mantiene con paesi sovrani, un ponte aereo affinché tutte le medicine arrivino ai nostri aeroporti e porti». Il Presidente Rocca, ha ribadito «La prima sensazione che ho, è che bisogna lavorare sugli impianti elettrici negli ospedali: è una priorità, se le persone non possono sottoporsi a dialisi e non si possono eseguire interventi. Siamo anche pronti a sostenere l’acquisto di apparecchiature per effettuare esami necessari, come la Tac o la risonanza magnetica”. “E’ un’operazione molto simile a quella che è stata portata avanti in Siria, come numero di persone assistite». Annunciando gli aiuti per circa 650 mila persone potrebbero giungere entro due settimane e ha detto che la sua organizzazione agirà secondo i principi in seno alla Croce Rossa «umanita,imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità e universalità». La speranza per questo popolo ormai allo stremo sembra passare per questo ponte con l’Italia, dove l’avv. Rocca ha avviato un processo che fin’ora non aveva portato nessuna risoluzione.
A cura di Raffaele Fattopace