Uno sportello sociale, in grado di semplificare la vita in carcere ai detenuti ma anche di risolvere problematiche che altrimenti crescerebbero a dismisura durante la detenzione, facendo sentire tutto il loro peso al momento del ritorno a casa. Con questo obiettivo nasce l’iniziativa delle case circondariali di Salerno ed Eboli, per uno sportello socio-legale assistenziale promosso dall’Ufficio del Garante e gestito dall’Associazione “Il faro”.
Per il Garante dei detenuti campani, Samuele Ciambriello, «l’obiettivo del progetto è favorire l’orientamento ai servizi socio-assistenziali e del mondo del volontariato, oltre che aiutare i detenuti ad avere informazioni ed supporto legale per la tutela dei loro diritti». Ma nel penitenziario di Fuorni, a parlare alle persone private della libertà personale, arriva anche Monica Amirante, presidente del tribunale di Sorveglianza di Salerno, che sottolinea la necessità di incontri periodici per capirsi meglio ed assicurare il pieno esercizio dei diritti. Concetta Felaco, Direttrice Icatt di Eboli e Rita Romano, che da poco guida la Casa Circondariale di Salerno, ricordano i numeri importanti di due realtà di custodia nelle quali si stanno facendo passi da gigante per dare una prospettiva di pieno reinserimento dopo la pena.
«Gli operatori volontari dello sportello, Elena Sbarra, Guarino Laura e Oriella Manolio – ha sottolineato il presidente dell’Associazione “il faro”, Anna Ansalone – hanno seguito tra le due realtà penitenziarie in solo quattro mesi, una 60antina di detenuti, dando attuazione al principio, sancito dalla Costituzione, ma troppo spesso disatteso, della finalità rieducativa della pena».
Ciambriello: Disagio igienico sanitario nella sezione riservata ai detenuti tossicodipendenti. Scriverò al provveditore penitenziario.
Dopo la conferenza stampa, il presidente del tribunale di sorveglianza ed il garante dei detenuti Samuele Ciambriello, accompagnati dalla direttrice del carcere di Fuorni, Rita Romano, hanno effettuato un sopralluogo nella sezione dedicata ai tossico dipendenti (sez. A1). Nella sezione sono presenti 63 detenuti, 15 dei quali extracomunitari, il garante ha riscontrato una condizione igienico-sanitaria inadeguata e dannosa per gli ospiti della stessa. Umidità, muffa, docce con evidenti perdite di acqua e dunque inutilizzabili. Condizioni di totale invivibilità per detenuti, che, oltre alla detenzione, devono affrontare un delicato percorso sociale per sconfiggere la dipendenza dalle droghe, per tali ragioni avrebbero pieno diritto a condizioni di detenzione decisamente più dignitose. Il garante Samuele Ciambriello, dopo aver preso atto del totale disagio della sezione visitata, nei prossimi giorni scriverà una lettera al Provveditore Regionale dell’amministrazione penitenziaria e alla stessa direttrice del carcere, al fine di sollecitare con immediata urgenza l’attuazione di lavori di ristrutturazione per porre rimedio ai problemi riscontrati, compreso il problema del sovraffollamento che determinano la convivenza di più di sei detenuti in cella con un solo bagno.