Almeno 147 morti e 614 feriti. E’ il nuovo bilancio diffuso oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla situazione in Libia a partire dall’inizio dell’offensiva di Khalifa Haftar contro Tripoli lanciata il 4 aprile scorso. Gli scontri hanno prodotto almeno 18mila sfollati, secondo le stime dell’Onu.
“Fate presto”, il peggioramento della situazione in Libia potrebbe spingere “800mila migranti e libici a invadere l’Italia e l’Europa”. E in questo enorme numero di migranti ci sono anche criminali e soprattutto jihadisti legati a Isis: lo da dichiarato il premier libico riconosciuto dalla comunità internazionale, Fayez al-Sarraj. “Ringrazio l’Italia per aver tenuto aperta l’ambasciata, per mantenere in funzione l’ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo”, ha aggiunto. “Siamo di fronte a un’aggressione che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C’è bisogno che Roma e l’Ue siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Haftar, che ha tradito la Libia e la comunità internazionale”.
Per le Nazioni Unite, “Khalifa Haftar non sta compiendo un’operazione anti-terrorismo, ma un colpo di Stato”: lo ha detto l’inviato speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè.
Intanto sul terreno, una intera compagnia di Tarhouna delle forze di Haftar si è arresa alle forze governative libiche sul fronte di Suani ban Adem, 25km a sudovest di Tripoli. Lo riferiscono fonti informate all’ANSA. La compagnia, composta da una trentina di militari, si è consegnata uomini e mezzi – tra i quali diversi pick-up e blindati – alla brigata 166 di Misurata, attiva nell’area.
Un’autobomba è esplosa vicino al convoglio del colonnello Adel Barghati, capo dell’antiterrorismo di Bengasi e vicino al generale Haftar, nel distretto di Sidi Khalifa. Secondo testimoni, il militare è riuscito a fuggire senza riportare alcuna ferita.