Ho visto un bambino a Napoli una mattina. Era felice e spensierato e correva sul lungomare. Aveva un cappellino rosso, dei sandali e una maglia dell’epoca di Maradona proprio della squadra azzurra.
Correva spensierato. Poi si fermava e tornava ad abbracciare il papa’, come le più grandi navi da crociera che girano i mari per poi ritornare ai porti sicuri.
Aveva il sorriso ingenuo di chi non conosce e vede il bene, vede solo il bene.
Gli piaceva il mare e correndo le prime volte verso la riva, stava piano piano conoscendo cosa si provava ad essere liberi. E’ una caratteristica che un bambino non deve perdere mai, nemmeno da uomo.
Ma non sarà così, quel bambino diventerà grande. Inizierà a voler mettere su famiglia e dovrà lavorare. Lavorare duramente. E nel crescere noterà tutti i problemi che il mare di questa città nasconde. Dovrà fare i conti soprattutto con chi questa città non la rispetta, calpestandola come se fosse carta straccia.
Qualcuno negli anni scriverà: ” Napoli è un bel presepe, sono i pastori che fanno schifo”.
Nulla di più vero. Perchè molti di quei bambini tranquilli ed ingenui cresciuti vicino al mare, scapperanno dal presepe distruggendo quanto di buono ha fatto chi c’è stato prima;
Dimenticando di aiutare il prossimo, cercando di infangare le brave persone e di impaurire quelle perbene.
Ma non è e non sarà sempre così facile, perchè Napoli e i Napoletani resistono e combattono con i propri problemi senza nascondersi all’ombra del Vesuvio, ma solo rinfrescandosi con la brezza del lungomare.
I Napoletani lottano.
Ho visto un bambino a Napoli una mattina, anche questa mattina.
Era felice. E fin quando ne vedrò uno, vorrà dire che Napoli respira ancora.