È quanto emerge da uno studio condotto da Espresso Communication per DressYouCan (dressyoucan.com), startup milanese protagonista del fenomeno “fashion renting”. “Con il fashion renting chiunque può realizzare il desiderio d’indossare capi d’alta moda per un’occasione speciale – spiega Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan – o semplicemente risolvere il quotidiano problema dell’outfit da ufficio, affidandosi completamente alle competenze di esperte fashion renter. Il noleggio di abiti rappresenta un asso nella manica per stupire con la propria eleganza nonché una perfetta soluzione per chi sogna un guardaroba illimitato che non alimenti sprechi e inquinamento. L’idea della nostra startup è l’esatto opposto della moda low cost: punta sulla qualità e rende l’abbigliamento di classe alla portata di tutti con prezzi accessibili e con un sistema di noleggio online e offline molto semplice che sta riscuotendo grande successo”.
Sul noleggio di abiti e accessori il prof. Giovanni Maria Conti, docente di Storia e Scenari della Moda presso il Politecnico di Milano osserva: “Il fashion renting rappresenta un nuovo modo di consumare soprattutto per Generazione Z e Millennial, i target più attenti alla sostenibilità. Da tre anni a questa parte il concetto di sharing si è allargato e andiamo verso un consumo che non è più originato dal possesso, ma dalla possibilità di poter utilizzare, anche solo per poche ore, un oggetto: probabilmente non è più il tempo di possedere, ma di potersi permettere un’esperienza”.
Tra i principali vantaggi del fashion renting c’è soprattutto quello di evitare lo stress che si genera ogni volta che si apre l’armadio e non si trova il capo perfetto con una conseguente riduzione di sprechi di tempo. Come riportato dal The Telegraph, infatti, le donne spendono in media quasi un anno della loro vita, più precisamente 287 giorni, a rovistare nell’armadio per scegliere il giusto outfit. Una ricerca che lascia spesso insoddisfatti perché, per dirla come la storica giornalista di moda statunitense Mignon McLaughlin “le donne di solito amano quello che comprano, ma odiano i due terzi di ciò che è nei loro armadi”. A questo si aggiunge che anche indossare di nuovo un vestito è per molte fonte di ansia: come racconta la rivista Business of Fashion una donna su 2 prova frustrazione al pensiero di portare uno stesso outfit più volte di fronte ai colleghi. Una situazione alimentata anche dai social che spingono ad apparire sempre perfette come dimostra uno studio della fondazione britannica Hubbub dal quale emerge che una donna su 3 considera un vestito vecchio dopo averlo indossato uno o due volte e che molte ritengono farsi fotografare due volte con lo stesso abito un vero e proprio passo falso. Ma non solo per cerimonie o per stupire followers e colleghi, il fashion renting si dimostra particolarmente utile per vestire i più piccoli o nei momenti di transizione della propria vita come durante la gravidanza, quando il corpo di una donna cambia in fretta e richiede di mese in mese abiti diversi.
Noleggiare gli abiti permette anche di essere più felici? Per anni lo shopping è stato considerato infatti quasi una sorta di strumento terapeutico, ma attualmente i consumatori sembrano preferire le esperienze agli acquisti di beni materiali. È iniziata infatti l’era dell’experience economy, come riporta CNBC, nella quale si investe in esperienze come viaggi o concerti anziché in vestiti, gioielli o accessori. Supporta questa filosofia anche la ricerca degli psicologi americani Amit Kumar, Thomas Gilovich e Matthew Killingsworth, la quale dimostra che mentre le persone tendono a sentirsi frustrate prima di un acquisto programmato, quando spendono il loro denaro in un’esperienza si sentono felici. A differenza dell’acquisto di numerosi abiti dopo attese ai camerini e code alla cassa, il noleggio è una vera e propria esperienza: grazie alla preziosa assistenza delle nuove figure professionali delle “fashion renter” è possibile farsi guidare e consigliare nella scelta del capo, adattarlo al proprio corpo con piccole modifiche sartoriali e infine sfoggiare un abito da sogno, sentendosi quasi un’altra persona.
Acquistare meno capi d’abbigliamento è oggi fondamentale per salvaguardare il Pianeta dal momento che, avvisa il The Guardian, se nei prossimi anni non ci sarà un cambio di passo di qui al 2050 l’industria del tessile sarà responsabile di un quarto del consumo del carbon budget, causando un aumento della temperatura di ben 2°C. Per DressYouCan si traduce anche in una maggiore attenzione nel delivery: le consegne vengono effettuate a Milano in collaborazione con TakeMyThing, un servizio di pony sharing eco friendly che permette di ridurre le emissioni di CO2.