Sono passati 45 anni e adesso Marisa Laurito è a casa di Renzo Arbore, a piangere insieme l’amico di tutta la vita: Luciano De Crescenzo, scomparso oggi a 90 anni.
“Due minuti per gioco» De Crescenzo, grande amatore di donne, ha corteggiato Marisa, poi il loro è diventato un altro tipo di amore. Amore inteso come amicizia e come legame anche professionale. «Luciano era sempre di buonumore. Mi ha regalato cultura ironia, gioco, era un appoggio sicuro in ogni momento, faceva parte della mia famiglia: a volte un po’ padre, altre un po’ figlio”, ricorda l’attrice che pochi mesi fa ha riportato in scena il Così parlò Bellavista di De Crescenzo, nato come romanzo, diventato nel 1984 un film e quindi spettacolo teatrale, che Laurito ha interpretato con Geppy Gleijeses e alle cui prove generali ha partecipato l’autore. “Lavorare con lui era un gioco, molto divertente, aveva un grande talento ed era sempre un sostegno. Così anch’io quando potevo, per esempio in televisione, lo chiamavo”. E Marisa continua: “Ogni volta che ci vedevamo gli dicevo: Luciano, ti voglio molto bene. Lui mi rispondeva: “E io di più”. Poi aggiungevo: quanto sei bello. E lui faceva spallucce. Si definiva un “Uomo d’amore”, come me “Donna d’amore”, mentre gli altri erano “Uomini di libertà”.
La prima immagine che le viene in mente pensando a lui?
“Gli occhi sono indimenticabili: azzurri, profondi, parlavano d’amore ed erano dolcissimi”.
Non avrebbe desiderato un amore con lui?
“No, non mi sarebbe piaciuto, con le donne era terribile. Con Isabella Rossellini, per esempio, con cui ha avuto un amore, diceva: “Amo il tuo posto vuoto accanto”. Era spiritoso, mai banale, intelligente. Da ragazzo era stato campione di offshore, poi ha fatto il regista, lo sceneggiatore, è stato autore di libri venduti in 42 Paesi. Che altro poteva chiedere dalla vita?”.
Lei come gli manifestava il suo affetto?
“Gli davo molto da mangiare, gli preparavo le composte. E lui mi diceva: “Sai che vengo anche pagando?””.
In 45 anni avrete anche litigato.
“Due volte si è arrabbiato con me. Una perché io ho barato a carte: giocavamo a Gin e vinceva sempre lui, perché aveva culo ed era bravo. Allora io ho barato e lui ha perduto: si è arrabbiato moltissimo. L’altra volta abbiamo avuto una discussione su due soprano, non condivideva la mia preferenza per la Callas“.
Accanto a Marisa Laurito, in queste ore di addio all’amico di sempre, c’è Renzo Arbore. Arbore ha conosciuto De Crescenzo da ragazzo, quando «senza saperlo, avevamo una fidanzatina in comune, lui a Sorrento e io a Napoli». La ragazza però alla fine non ha scelto nessuno dei due: «Abbiamo scelto noi di diventare amici. Luciano era un grande mito uno dei più belli e invidiati a Napoli, biondo con gli occhi azzurri, atletico, dinamico, colto. Un grande principe del sorriso. Io l’ho presentato a Maurizio Costanzo che l’ha portato al suo Show e da lì è cominciato il successo di Così parlo Bellavista. Abbiamo anche fatto due film insieme, il Pap’occhio e FFSS. Cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più. Una sola cosa ci divideva un po’: lui era un grande appassionato di tutti gli sport, io meno. Però siamo andati insieme a celebrare il famoso scudetto del Napoli: uno dei ricordi più belli, con i tifosi ci hanno presi in braccio. Napoli era nel suo cuore, anche adesso in ospedale gli facevo sentire canzoni napoletane antiche e lui si appassionava, mi seguiva con gli occhi. Però c’è una cosa che vorrei tanto si capisse: Luciano è stato spesso identificato come scrittore umorista, invece era davvero un fine intellettuale».