É sospeso tra malinconia e sorriso il ricordo che Renzo Arbore fa del suo carissimo amico Luciano De Crescenzo, scomparso tre giorni fa a Roma all’età di 90 anni, al quale si rivolge guardando la sua foto, posta accanto al feretro. Con la verve che lo contraddistingue, dopo averne ricordata la figura di scrittore e uomo di cultura, con la voce rotta dalla commozione, Arbore racconta un singolare aneddoto. Insieme stavano girando il film “Il Papocchio”, a Caserta, di cui sono coautori. Per volere dello scrittore, quel giorno, le riprese vengono interrotte per recarsi a Napoli alle celebrazione del miracolo di San Gennaro di maggio, che si svolge nella Basilica di Santa Chiara, proprio dove oggi si sono svolti i suoi funerali.
Tutto il cast, da Isabella Rossellini a Roberto Benigni, si reca nel capoluogo partenopeo per la assistere cerimonia. La liquefazione del sangue del santo custodito nella teca ritarda e De Crescenzo chiede insistentemente a Benigni (“che era comunista”, ricorda Arbore) di inginocchiarsi. Lui tentenna ma poi decide di esaudire il desiderio di De Crescenzo e il miracolo si compie, “proprio nel preciso momento in cui l’attore ubbidisce: non è una leggenda ma la verità”.
Toccante anche il ricordo dell’amica di sempre, Marisa Laurito, il cui racconto, con la voce rotta dall’emozione, è stato più volte interrotto dagli applausi dei presenti. “Mi dicevi: ‘Marisa tutto cambia’. Ma c’è una cosa che non cambierà mai ed è il bene che ti voglio e l’amore che tutti ti vogliamo.
Grazie hai illuminato la mia vita”. Un ricordo seguito alla lettura della prefazione del libro “Panta Rei” (Tutto Scorre) di Luciano De Crescenzo, che in poche pagine sintetizza la vita dello scrittore.