Gli uni a destra, le altre a sinistra. Maschietti e femminucce vanno in spiaggia su un lido di Trieste divisi da un muro. Come in pieno Ottocento, quando ancora la città era sotto il dominio asburgico. Alla spiaggia “La Lanterna” – conosciuta da tutti più comunemente con il nome di “Pedocin” – il muro che separa i bagnanti in base al loro sesso sembrerebbe un inusitato contrappasso rispetto ai nostri ormai consolidati modelli sociali. Pare che più di un turista abbia sospettato un improvviso avvento oscurantista in Italia. Macché. Questa peculiarità – tramandata da generazioni – è condivisa da tutta la popolazione, maschile e femminile, che ne rivendica l’intima validità: “Nessuno tocchi quel muro”, ammoniscono i triestini. E come dar loro torto? Le donne hanno abitudini e interessi che sovente non coincidono con quelli degli uomini. Ovvio che qualche ora di consapevole distanza finisca per rilassare gli animi di tutti. Dunque alla Pedocin si è più realisti del Re. Con quel muro che straordinariamente unisce, anziché dividere.