Dopo circa quattro mesi di intensi scontri, il confitto libico prende una forma diversa, tant’è che Khalifa Haftar, Comandante del sedicente esercito nazionale libico “LNA”, utilizzando Facebook come canale di comunicazione ha lanciato un avvertimento «l’ora zero» dell’offensiva contro Tripoli è arrivata, coinvolgendo i giovani della capitale a a dare man forte durante l’attacco. Da fonti riservate che giungono dal servizio di intelligence al servizio di Fayez al-Sarraj capo del governo di Tripoli, ad oggi sembra confermato la possibilità che Haftar dia seguito alle minacce. Al momento le operazioni sembrano congelate o quanto meno si attende l’ordine di attacco. Al-Sarraj, a fronte di questa escalation ha relegato tutti gli indizi contro Francia, Egitto e Emirati Arabi, accusati dall’Alto consiglio di Stato Libico di essere sostenitori di Haftar, al quale starebbero fornendo di fatto «mezzi aerei e armi sofisticate». Qualche giorno fa furono proprio i governi di Parigi, del Cairo e di Abu Dhabi avevano chiesto con forza un’immediata diminuzione graduale e progressiva delle operazioni militari, tramite una dichiarazione congiunta firmata anche da Italia, Stati Uniti e Regno Unito. Nel documento si annunciava il ripristino del dialogo, mediato dal rappresentante speciale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé. La Libia a seguito dell’offensiva militare avviata dal generale Khalifa Haftar è precipitata in uno stato di conflitto continuo a bassa intensità tra le due fazioni contrapposte. Ancora notizie sconcertanti vengono inviate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che continua a registrare un numero di morti sempre crescente, così come quello degli sfollati, che ha superato le centomila persone. Risale a poche ore fa la notizia che circa 900 profughi nigeriani, detenuti in Libia, a partire da gennaio scorso sono stati liberati. Al conflitto militare è legato anche il destino relativo al controllo delle risorse energetiche. La National Oil Corporation (NOC), ha sospeso, negli ultimi giorni le attività nel più grande stabilimento petrolifero della Libia, il provvedimento è stata la chiusura di una valvola del gasdotto terminante nel porto di Zawiya, sul Mediterraneo. Gli ultimi eventi, hanno portato inevitabilmente ad innalzare notevolmente la tensione nel Paese,in particolare dopo le minacce di Haftar.
Raffaele Fattopace