La prima e maggiore preoccupazione di Ethan Elder, 61 anni, riguarda la salute del figlio Finnegan Elder, il diciannovenne che ha confessato di avere ucciso con undici coltellate il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Arrivato da poche ore in Italia, il padre del ragazzo, all’aeroporto, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti. Si è limitato a ribadire: «La prima cosa che vorrei sapere è quale è la prassi burocratica per poter rivedere in carcere mio figlio». Dopo una doccia all’hotel 5 stelle Cavalieri Waldorf Astoria, ha incontrato gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone, con cui ha dialogato per quasi cinque ore, attorniato da uomini della sicurezza.
«Mia moglie e io dopo avere visto le foto di Hjorth bendato e di Finn nella camera d’albergo, abbiamo temuto per la sorte di nostro figlio. Ma siamo stati rassicurati sul fatto che non ha subito alcun maltrattamento», ha spiegato. L’Ambasciata americana ha raccomandato alla famiglia due nuovi avvocati. Uno dei due, Borzone, ha già suggerito la nuova strategia difensiva: «Non ci convince come è stata ricostruita la fase finale della colluttazione».
Cinque anni Ethan Elder faceva volontariato nelle carceri in California e insegnava la meditazione. Spiegava: «Sono cresciuto in povertà, ho avuto fortuna più tardi nella vita. Ai miei figli ho insegnato l’importanza di condividere e dare. Entrambi sono divenuti due giovani adulti generosi e gentili». Nelle prossime ore arriverà in Italia anche la moglie Leah.
È a Roma anche Fabrizio Natale, che ieri ha incontrato in carcere il figlio Gabriel Christian. «Ho fiducia nella giustizia e nei pm italiani», spiega l’uomo, senza fare cenno alla foto del figlio bendato durato l’interrogatorio. Ma a una domanda esplicita sullo scatto, risponde: «Su questo non voglio commentare. So che ha subito questo trattamento al momento dell’arresto. È stato aperto un fascicolo alla Procura di Roma e sono pertanto convinto che se ci sono responsabilità saranno accertate». E aggiunge: «Non mi do pace per quello che è successo. Siamo molto turbati per la situazione in cui si trova, ma siamo tutti pienamente convinti della sua innocenza». Ed ecco perché: «Gabriel non pensava assolutamente che potesse esserci uno scontro e non sapeva che il suo amico fosse armato. Di cosa fosse veramente accaduto lo ha appreso solo successivamente, al momento del suo arresto. In questi giorni ho letto sui giornali molte cose inesatte sul conto di mio figlio. È un ragazzo normale che studia per diventare un architetto. È sconvolto per la morte del carabiniere e, io come padre, non posso che essere vicino al dolore della sua famiglia»