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Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Ministro Paola Pisano – Intervista al Presidente di Assoedilizia

Oggi Achille Colombo Clerici ha intervistato la ministra Paola Pisano – Intervista al Presidente di Assoedilizia. Ecco quanto evidenziato da  “Linkabile”:

«Nel pieno della stagnazione economica le imprese sono sottoposte ad una concorrenza internazionale più accesa che spesso trova proprio nella ricerca e nell’innovazione la chiave della competitività. Perciò va apprezzato un atto positivo del nuovo esecutivo: l’ aver introdotto il ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, affidato alla professoressa  Paola Pisano, assessore nella giunta Appendino a Torino, che vanta un percorso accademico tutto dedicato all’innovazione e che ha portato il capoluogo piemontese ai primi posti nella classifica delle smart cities italiane. C’è molto da  fare: sul fronte della pubblica amministrazione e del Fondo dell’Innovazione, sulle tante partite che riguardano i ministeri dello Sviluppo economico (banda larga, industry 4.0), della Sanità, della Giustizia e della Scuola, fermi da mesi sui progetti del digitale. Perché se nel campo non siamo gli ultimi della classe – eccezion fatta nell’uso di internet dove ci collochiamo nel gruppo di coda –  siamo comunque sotto la media europea. Indietro anche nella sfida della trasformazione digitale, dove occupiamo il 19° posto sui 28 Paesi Ue.

Nei confronti dei quali il gap si allarga. Se consideriamo i  progressi compiuti dagli stati membri Ue in termini di digitalizzazione, l’Italia è solo al 25° posto, prima di Belgio, Grecia e Romania, e ha una capacità umana di utilizzare l’innovazione digitale ancora bassa. Le tecnologie digitali più adottate dalle nostre imprese sono ancora i social media e i big data: solo il 5% adotta tecnologie di stampa 3D e intelligenza artificiale.  Calano gli investimenti in ricerca e sviluppo, pochi anche i brevetti sia per il settore biotecnologie sia per quello delle nanotecnologie: delle mille imprese più  innovative in Europa soltanto poche decine sono italiane.
Non mancano però le luci. L’Italia guida la classifica internazionale della produttività tecnico-scientifica dei ricercatori, con 87,5 pubblicazioni annue per 100 ricercatori, malgrado le scarse risorse, sia pubbliche che private, e il numero basso di ricercatori e brevetti. Purtroppo però la conoscenza scientifica sembra non tradursi in innovazione e applicazioni industriali, confermando l’assenza di un rapporto più stretto tra ricerca pubblica e imprese. Ed è un problema non solo di carenza di fondi, ma di cultura dell’innovazione. Manca, per citare, uno sforzo teso a garantire un coordinamento tra le priorità europee di intervento in ricerca e innovazione, temi strategici nazionali sui quali indirizzare le azioni di R&S e le iniziative regionali, che invece sono finalizzate a interpretare e soddisfare gli specifici bisogni del territorio.

Nel quadro nazionale, ancora una volta Milano e la Lombardia si confermano all’avanguardia dell’ innovazione e della ricerca, grazie allo stimolo dei poli d’eccellenza universitari e non. Per quanto riguarda la propensione alla brevettazione (domande presentate)  il dato del Milanese 96,5 (per milione di abitanti) supera del 60%  quello nazionale.  In merito all’incidenza dei brevetti nei settori della high-tech, dell’Information Communication Technology e delle Biotecnologie, si nota come in tutti questi ambiti la città metropolitana di Milano abbia conseguito dei risultati ampiamente superiori al dato nazionale (quasi doppi).

Interessante pure  la percentuale di imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza. Nella città metropolitana di Milano, queste imprese sono il 40,5% del totale, contro il 30,4% dell’Italia, mentre il dato della Lombardia si ferma al 33,7%.»

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