“Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, sulla questione dei simboli religiosi nelle aule. “Io credo – ha spiegato – in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare, ed eviterei l’accozzaglia, diventa altrimenti un mercato”.
“Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”, ha detto il ministro. Al momento, tuttavia, la questione non è ancora finita sul tavolo del governo e “può attendere”, ha spiegato Fioramonti. Nemmeno la proposta di esporre la fotografia del presidente Mattarella pare essere la soluzione. “Neanche lui la vorrebbe”. Quasi immediata, e per certi versi inaspettata, arriva però la precisazione da fonti M5s, che stoppa l’iniziativa del ministro. “Togliere il crocifisso dalle scuole non è un tema all’ordine del giorno per il MoVimento 5 Stelle. Le scuole italiane hanno ben altri problemi, seri e concreti, da affrontare. Messa in sicurezza degli istituti, e loro ammodernamento, aumento degli stipendi di insegnanti e personale sono le priorità. Dibattiti e polemiche su questioni distanti dalla vita quotidiana dei cittadini non ci appassionano nè interessano”.
La Cei, attraverso le parole del suo segretario generale, mons. Stefano Russo, invita a riflettere “su ciò che è stato detto in modo avventato”. “Ogni tanto qualcuno usa questo segno di comunione in modo divisivo – ha spiegato -. In questo momento abbiamo bisogno di questi simboli. Il crocifisso non fa male e non offende nessuno. È assolutamente un segno positivo”.
Di parere opposto il presidente dei deputati Forza Italia, Maria Stella Gelmini: “Il crocifisso non è un elemento di arredo – ha sottolineato -, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese”. E replicando direttamente al ministro all’Istruzione ha aggiunto: “La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.
Sulle stesse posizioni anche Fratelli D’Italia. “Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui – ha sottolineato Paola Frassinetti, deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera – siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso. I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua”.
Non è mancato anche il commento pungente di Mons. Pennisi: “Togliere il crocifisso dalle aule scolastiche? Servirebbe solo ad aiutare il leader della Lega Matteo Salvini”. Lo ha detto l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, spiegando che “quel partito utilizzerebbe la vicenda per la sua battaglia contro il governo che oltre ad aumentare le tasse urterebbe la sensibilità di gran parte degli Italiani”.