L’abolizione dello scudo penale per l’acciaieria di Taranto “è un fatto grave che aggiunge ulteriore incertezza al futuro di ArcelorMittal in Italia”. E’ l’allarme lanciato Fim, Fiom e Uilm, che precisano come la norma abrogata non garantisse l’immunità penale “ma era limitata alla realizzazione del piano ambientale”. “Nella migliore delle ipotesi avvertono i sindacati si profila il rischio di un drastico taglio di posti di lavoro”.
La paura dei sindacati, che temono che l’esecutivo “fornisca un buon alibi all’azienda per andare via”, è stata scatenata dalla soppressione dell’articolo del dl imprese relativo alle tutele penali per i manager dell’ex Ilva nelle commissioni Industria e Lavoro. Lo stralcio dell’articolo su Arcelor Mittal ha colto di sorpresa anche i sindacati. Rocco Palombella della Uilm ha ricordato come l’azienda già perda “due milioni di euro al giorno”. Per Gianni Venturi della Fiom Cgil si rischia “ulteriore incertezza” per l’ex Ilva e i suoi 11mila lavoratori, di cui oltre 3mila sono in cassa integrazione. L’azienda aveva minacciato infatti di andarsene senza quelle garanzie.
Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli rassicura che sarà garantita la continuità nella produzione. “Interloquiremo con l’azienda e faremo assieme le scelte necessarie per garantire la continuità produttiva anche nel caso di sviluppo di nuove tecnologie”, ha detto Patuanelli che oggi incontra i vertici di ArcelorMittal e i sindacati. “Un punto di equilibrio, che attraverso una ritecnologizzazione degli impianti, in accordo con chi gli impianti li gestisce, è possibile”, ha aggiunto il ministro. “C’è l’ attività produttiva, l’occupazione evitando danni alla salute dei cittadini. Si possono tenere insieme – ha concluso Patuanelli – e di questo parlerà con l’azienda”.