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Super SIC vive in tanti progetti a 8 anni dalla morte

Sei vivo dentro di noi, nei nostri ricordi, nelle nostre teste e nei nostri cuori. Sei in tutto quello che facciamo, la nostra benzina, la nostra motivazione. Sei con noi ogni volta che facciamo un podio o una pole e l’hai dimostrato a Jerez, a Misano, a Motegi. Non sono coincidenze, sei TU. Sempre con noi, sempre nel cuore“. Questo il messaggio apparso sul profilo ufficiale Instagram della Squadra Corse Sic58.

Era il 23 ottobre del 2011 quando Marco Simoncelli perse la vita a Sepang. Per quell’anno la Honda gli aveva riservato una moto con trattamento ufficiale e, a Brno, nel GP della Repubblica Ceca, era arrivato il suo primo podio in MotoGP, terzo dopo aver superato Rossi e anche Jorge Lorenzo. Poi ci furono Indianapolis, il rinnovo del contratto, i tre quarti posti di fila, a Misano, Aragon e Motegi, e il podio di Phillip Island che, insieme al Mugello, è sempre stato uno dei suoi circuiti preferiti. In Australia fu Stoner a partire fortissimo ma dietro di lui c’era Simoncelli che nelle prove del weekend era caduto tre volte ma in gara si assicurò un secondo posto che resta il suo miglior risultato in carriera. Una settimana più tardi la MotoGP sarebbe sbarcata a Sepang per il GP di Malesia, dove Marco era arrivato con la motivazione extra di avere ottimi test invernali alle spalle.

L’ultimo giro in sella alla sua Honda, prima di lasciare definitivamente le piste sotto gli occhi di papà Paolo e della fidanzata Kate Fretti. Un colpo al cuore del Motomondiale, un pugno nello stomaco per tanti tifosi italiani svegliatisi di buon mattino per assistere alla gara. Una di quelle ingiustizie della vita il cui peso porta ancora sull’anima papà Paolo. In ogni attimo di silenzio, di riposo, prima di partire per un nuovo viaggio. La mente ritorna a Marco, al ricordo indelebile, alle tante opere fatte in suo onore.

Il 2019 ha regalato tante soddisfazioni a chi vive portando il  Sic nel cuore. A cominciare dall’inaugurazione di Casa Simoncelli, che nei prossimi giorni inizierà a funzionare a pieno regime. Un segno dal cielo è arrivato con la vittoria di Tatsu Suzuki a Misano, sul circuito dedicato a Marco Simoncelli. Alcuni giorni fa l’inaugurazione di via Simoncelli nei pressi dell’autodromo. Sabato scorso a Motegi abbiamo festeggiato l’11esimo anniversario della conquista del titolo in 250 del ‘Sic’, con Nicolò Antonelli che ha conquistato la pole. “Un’altra coincidenza di quelle strane“, ha commentato Paolo Simoncelli. “Marco continua a seguirci da lassù, è una cosa che ci fa piacere“.

Il sogno di Marco era correre. “Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto non faccia certa gente in una vita intera” ha sempre detto. Applicava questa filosofia a ogni giro. L’ultimo è stato il secondo del Gran Premio della Malesia del 2011: ha perso il controllo della sua Honda alla curva numero 11 e, nel tentativo di rimanere in sella, ha sterzato verso destra andando a sbattere e venendo investito dai piloti che lo seguivano. Fra questi c’era il suo grande amico Valentino Rossi che il Natale di quell’anno scrisse una cosa che vale ancora: “Io come regalo vorrei indietro il Sic”.
Difficile trattenere le lacrime pensando al triste epilogo della carriera del giovane campione di Coriano. Altrettanto difficile trattenerle quando papà Paolo apre le porte dell’anima attraverso i suoi occhi lucidi. A otto anni di distanza dalla sua morte, Marco Simoncelli continua a vivere nel ricordo di tantissimi fan. Non resta allora che pensare alla sua simpatia, alla sua semplicità, ai capelli arruffati per strappare un sorriso. Non resta che tenere a mente la sua determinazione, affinché sia sempre da stimolo al suo team, per proseguire passo dopo passo verso l’ascesa di un sogno non certo impossibile: il secondo titolo iridato.

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