NANon lo chiama per nome, ma «Presidente», mostrando un rispetto quasi reverenziale nei confronti dell’uomo che le sta accanto da quindici anni. «Mi sono innamorata di un uomo straordinario, domani chissà». Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi, non ha mai avuto problemi a esporsi e dire quello che pensa. Lo dimostra una lunga intervista al Fatto Quotidiano in cui si espone in prima persona sulla politica, non nascondendo le sue perplessità nei confronti della corrente a trazione leghista che si è delineata negli ultimi mesi.
«Ho sempre accompagnato il Presidente, ma in piazza San Giovanni ho scelto di non esserci perché non condivido il sovranismo, aborro gli estremismi. Berlusconi ha sempre messo in atto i principi liberali: è sotto quella bandiera che mi sento a mio agio».
A preoccuparla è, soprattutto, l’assetto che vira verso destra a discapito dei moderati, il fatto che «nel 2019 ci sia ancora da combattere per affermare i diritti e le libertà di ciascuno, compresa quella di vivere senza pregiudizi il proprio orientamento sessuale». La causa Lgbt alla Pascale, nonostante qualche scivolone proprio del Presidente, è sempre stata a cuore, una battaglia che porta avanti anche in nome di tutti quelli che l’hanno sempre etichettata come lesbica. «Non mi sono mai sentita offesa, semmai violata nella privacy. Ho subito sulla mia persona la discriminazione dovuta a un amore non convenzionale con un uomo più grande di 49 anni. Non ho mai usato paletti per definirmi, ma non ho mai detto né di essere eterosessuale né gay», insiste Francesca aggiungendo che Matteo Salvini non gli stia particolarmente «simpatico»: «Sono cresciuta con l’esempio di Silvio Berlusconi, un uomo che non ha mai fatto leva sulla paura, bensì sulla speranza»
Fra il cane Dudù «che abbaia a tutti i politici» e le simpatie nei confronti di Mara Carfagna che, comunque, non vedrebbe a capo di Forza Italia perché «è un partito costruito su Silvio Berlusconi, la personalizzazione è fortissima e inevitabile», la Pascale affronta anche una questione più personale: il clima con la famiglia del compagno. «I figli non si intrometterebbero mai nella vita del padre, non è nel loro stile. Certo, hanno un atteggiamento vigile di tutela, ma questo è comprensibile vista l’enorme differenza di età. Ho sempre dovuto fare un gran lavoro per farmi riconoscere per quello che sono: questo è indubbio», sottolinea la Pascale rimarcando la difficoltà di convivere con i pregiudizi: «È difficile credere nell’amore: sono quindici anni che stiamo insieme, fosse stata una relazione di puro calcolo sarebbe già finita. I pregiudizi però si combattono, stando dalla parte di chi ne è vittima». Darle della «badante», per esempio, è l’offesa che fa più male di tutte, ma Francesca sembra guardare avanti: il bilancio del suo rapporto con il Presidente è «meraviglioso, la nostra storia è un miracolo».