La figura di Masaniello divide gli storici da anni. Il capo-popolo napoletano guidò la rivolta in piazza Mercato il 7 luglio 1647 contro l’occupatore straniero. Tutto iniziò quando i bottegai decisero di non pagare la gabella imposta dagli Spagnoli e si scatenò la rivolta di tutti i quartieri popolari del mercato. Masaniello e gli altri capi entrarono nella reggia, forzarono le carcere e distrussero gli uffici dei dazi. Il vicerè dovette riconoscerlo ‘capitan generale del fedelissimo popolo napoletano’, ma la sua avventura politica terminò il 16 luglio quando fu ucciso in un attentato.
Sulla figura di Masaniello si è pronunciato lo storico del Medioevo Alessandro Barbero in una puntata di Superquark: “Nella rivolta di Masaniello si può individuare le origini della camorra, quasi come la conosciamo oggi. Viene descritto come un uomo popolare nei quartieri bassi di Napoli, era uno che metteva pace. Quando c’erano dei litigi si andava da Masaniello e lui sistemava tutto. In quei quartieri la vita era dura per gli artigiani e negozianti che dovevano sempre pagare, chi non pagava finiva male. E’ un boss di quartiere che mantiene l’ordine, sfrutta la prostituzione, già la madre era prostituta così come la moglie. E’ un piccolo boss“.