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Come si è davvero sviluppato il coronavirus e quanto è pericoloso

Il 12 dicembre dello scorso anno, la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS-WHO) 27 casi di polmonite virale, 7 dei quali gravi, nella città di Wuhan. Tutti i casi, collegati epidemiologicamente con il mercato all’ingrosso di pesce e animali vivi di Huanan, non erano causati da virus abitualmente implicati in infezioni respiratorie o da coronavirus già noti, come il virus della Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS-CoV) e della Middle East Respiratory Syndrome (MERS-CoV).

La SARS, comparsa in Cina nel 2002, aveva causato nel mondo, nel 2003, 8.089 casi con 774 decessi ed aveva interessato, oltre la Cina, altri 26 Paesi, con due focolai epidemici in Canada. La MERS, causata da un coronavirus identificato per la prima volta nel 2012, ha determinato la maggior parte di infezioni in Arabia Saudita, anche se casi sporadici sono stati riportati anche in Europa, negli Stati Uniti ed in Asia in persone che avevano viaggiato – o che avevano contatti con chi si era recato – in Medio Oriente. Al 31 dicembre 2019, complessivamente erano stati diagnosticati 2.499 casi MERS, con 861 decessi.

Un gruppo di ricercatori cinesi ha, di recente, suggerito che il 2019-nCoV è un virus ricombinante tra il coronavirus del pipistrello e del serpente. Il serpente sarebbe in natura il reservoir del virus. Questo virus mutato avrebbe acquisito la capacità di essere trasmesso dal serpente all’uomo (così detto “salto di specie”). L’adattamento nell’uomo potrebbe determinare la capacità di replicarsi efficacemente nell’ospite e di trasmettersi da persona a persona per contatti stretti.

I sintomi più frequenti determinati dal 2019-nCoV, dopo un periodo di incubazione di 14 – 21 giorni, sono la tosse secca, la febbre, il mal di gola e difficoltà respiratorie, sintomi questi comuni ad altre infezioni abituali dell’apparato respiratorio. Il virus può causare sia forme lievi, simil-influenzali, sia forme più gravi con insufficienza respiratoria. I soggetti anziani o con patologie croniche preesistenti sviluppano più frequentemente i quadri gravi.

Le Autorità cinesi, in seguito al diffondersi dell’epidemia, hanno adottato provvedimenti drastici imponendo limitazioni agli spostamenti di oltre 30 milioni di persone, hanno cancellato i grandi festeggiamenti per il Capodanno cinese ed hanno vietato l’accesso alla Città Proibita e ad alcuni tratti della Grande Muraglia.

L’OMS, tuttavia, ha dichiarato il nuovo coronavirus un’emergenza nazionale in Cina, ma ha aggiunto che è troppo presto per considerarla un’epidemia modiale, perché i casi di contagio fuori della Cina sono molto pochi.

In Italia, il Ministero della salute ha emanato il 21 gennaio una circolare, consultabile sul sito, diramata a istituzioni, enti e organizzazioni professionali interessati, contenente informazioni ed indicazioni operative relative alla infezione.

Inoltre, è stata istituita una task-force, composta dalla Direzione generale per la prevenzione, dalle altre direzioni competenti, dai Carabinieri dei NAS, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, dall’Agenzia italiana del Farmaco, dall’Agenas e dal Consigliere diplomatico, con il compito di coordinare, 24 ore su 24, le iniziative da mettere in campo.

Al contempo, è stato attivato da giorni uno specifico canale sanitario per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Infine, gli specialisti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali hanno messo a disposizione la propria professionalità per l’ elaborazione di protocolli gestionali da adottare presso i Pronto Soccorso e le strutture di Malattie Infettive.

Va precisato che, attualmente, nel nostro Paese non vi è alcun motivo di allarme soprattutto in considerazione delle tempestive ed opportune misure di prevenzione adottate dalle Autorità sanitarie e del coinvolgimento dei Pronto Soccorso, dei medici di famiglia, dei pediatri di base e degli specialisti infettivologi.

a cura dell’infettivologo Dr. Orlando Armignacco

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