I nuovi casi registrati nella provincia focolaio dell’infezione sono stati 1.032, in ulteriore rallentamento rispetto ai 1.459 di due giorni fa e ai 2.077 di lunedì.
Intanto in Francia si registra il quinto contagio: si tratta della figlia della quarta persona che si era ammalata. Sospiro di sollievo invece all’ospedale Cotugno di Napoli, dove è risultato negativo il test sul coronavirus a un cittadino cinese di 28 anni ricoverato da martedì. Lo conferma il ministero della Salute dopo le analisi. L’uomo, arrivato nove giorni fa dalla provincia di Hubei, dove è esplosa l’epidemia, era in viaggio di nozze nel capoluogo campano.
Il ministero fa sapere inoltre che si sono rivelati negativi tutti i casi sospetti segnalati nel nostro Paese dall’inizio dell’epidemia. In caso di contagio, la procedura adottata dal ministero prevede il ricovero del paziente nel reparto di malattie infettive dell’ospedale della regione. In caso di complicanze è previsto il trasferimento allo Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano.
Le autorità cinesi precisano che sono stati accertati undici nuovi casi di contagio a Pechino e 16 a Shanghai, dove un paziente ha superato l’infezione dopo i trattamenti in ospedale. A Shanghai verrà usata anche la medicina tradizionale cinese come strumento di prevenzione e controllo dell’epidemia. Annullate le prove di Coppa del mondo di sci che erano previste in Cina a febbraio.
Per prevenire il diffondersi del virus Ikea ha deciso di chiudere la metà dei negozi in Cina e Starbucks ha sospeso le attività in metà dei suoi punti vendita nel Paese dopo la stessa decisione di McDonald’s. Intanto la British Airways ha deciso di sospendere tutti i voli da e per il Paese, come anche Lufthansa. E Toyota ha annunciato lo stop della produzione in territorio cinese fino al 9 febbraio. Il coronavirus ferma anche i Mondiali indoor di atletica leggera, che erano in programma a marzo a Nanchino. World Athletic, la federazione internazionale di atletica leggera, ha deciso con gli organizzatori cinesi di rinviare l’evento di un anno.
Intanto da Wuhan iniziano i primi rimpatri: duecento giapponesi sono partiti alla volta di Tokyo con un volo charter approntato dalle autorità nipponiche in accordo con Pechino, e un altro charter disposto dal dipartimento di Stato americano ha riportato a casa un primo gruppo di cittadini statunitensi, che saranno accolti in una base aerea della riserva in California per essere sottoposti alla quarantena.
Per quanto riguarda il rientro degli italiani, l’Unità di crisi della Farnesina ha fatto sapere che il volo partirà giovedì, una volta acquisite le autorizzazioni necessarie da parte cinese. Il volo raggiungerà direttamente l’aeroporto di Wuhan con a bordo personale medico specializzato. All’arrivo in Italia i connazionali non saranno messi in quarantena in modo automatico, ma sarà valutata la situazione caso per caso. In caso di necessità potrebbero trascorrere gli eventuali 14 giorni di “sorveglianza” in una struttura militare. Da Wuhan, in ogni caso, potranno partire solo dopo una visita medica che escluda problemi.