Città europee afflitte dal sovraffollamento di turisti. Con annessi conflitti con i residenti. Il fenomeno è racchiuso in una sola parola: Overtourism.
I numeri sfornati già da qualche anno dall’Organizzazione Mondiale del Turismo sono implacabili: più di 1 miliardo e 300 milioni i turisti hanno varcato le frontiere del proprio paese di residenza. Nel 2030 ne saranno 2 miliardi.
A fare la parte del leone – neanche a dirlo – la Cina: i viaggiatori dagli occhi a mandorla erano circa 10 milioni e mezzo nel 2000, diventeranno 400 milioni entro il 2030.
Da Barcellona a Venezia, da Lisbona ad Amsterdam – e chi ne ha più ne metta – si cerca di correre ai ripari di quella che viene percepita come un’autentica invasione dei luoghi più gettonati. Frastuono, caos, sporcizia e comportamenti deplorevoli di una parte dei turisti sono il comune denominatore della protesta dei residenti.
Non credo che inasprimento delle tasse di soggiorno, chiusure agli accessi ai punti più frequentati ed altre misure restrittive abbiano molto senso.
Occorre invece saper gestire i flussi. Ad esempio ottimizzando le attività di controllo, moltiplicando i servizi igienici, velocizzando lo smaltimento dei rifiuti.
Il turismo è una risorsa preziosa. Non cadiamo nella tentazione di demonizzarlo.