Si è tenuto oggi Venerdì 21 Febbraio 2020, nella sede provinciale dell’ACLI di Napoli la presentazione del libro : “ Lettere a Laura dal mondo di nessuno”.
Un mondo racchiuso all’interno di un centinaio di pagine. Un mondo spesso dimenticato. Il malessere che si è trovato a vivere Nino Mandalà ,ex detenuto,viaggia attraverso dell’e mail fino a bussare l’anima di Laura Ephrikian che inizia a rispondere con interesse alle lettere.
Il Presidente ACLI Provinciali di Napoli Maurizio D’Ago apre l’incontro spiegando il proprio punto di vista riguardo le relazioni tra l’individuo e lo stato. Sostiene che l’idea di giudizio e di pena che diventano sempre più estreme debbano essere più moderate. “Abbiamo bisogno di parlare di carcere in maniera più civile, ma purtroppo oggi è tutto estremo. Basta aprire i social per leggere tutta la cattiveria che le persone riversano nel commentare un atto criminale“conclude il Dottor D’ago.
L’interessante presentazione ha racchiuso interventi davvero toccanti. A moderare l’incontro c’era Benedetta Sciannimanica, presidente Napoli Vi.Ve. spesso, mostratasi quasi emozionata dalle parole dei presenti.
” La più piccola delle azioni è sempre meglio di qualsiasi buona intenzione” così il Garante dei detenuti della regione Campania Samuele Ciambriello spiega il proprio punto di vista. Immerso, completamente, nella vita delle carceri Ciambriello afferma: ” Tanti innocenti in carcere. Troppi. Nel 2018 in provincia di Napoli 113 persone hanno ricevuto più di due milioni per un’ingiusta detenzione. Nessuna cifra vale un minuto di carcere. Vorrei la certezza della pena che si deve coniugare con qualità della pena.”
In totale accordo con il Garante dei detenuti è stato l’avvocato penalista Saverio Senese che ha mostrato la propria ostilità verso la gestione delle carceri attraverso il proprio intervento: “In Italia esiste l’abuso della carcerazione. Abbiamo dei pubblici Ministeri che esercitano un potere privo di controllo. Il problema è normativo!”
Il dottor Senese ha poi letto la lettera in forma anonima di un proprio cliente condannato a 7 anni di 41bis. In quelle parole viveva forse una sola cosa, un malessere di un papà che non riusciva più a provare nessuna emozione. Nemmeno ormai nel vedere il proprio figlio, che troppe volte gli hanno negato di vedere. Afferma inoltre concludendo la lettera: ” Vivo anestetizzato ormai. Non sento più niente. Nemmeno il dolore morale.”
Interessante anche l’intervento della psicologa psicoterapeuta ASL NA2Nord Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli Sabrina Carpi che ha raccontato tanti episodi che si trova a vivere ordinariamente nel suo lavoro: ” Capita spesso che chiunque abbia ormai ottenuto la libertà, faccia di tutto per ritornare in carcere. E’ come se i tanti anni di carcere riescano a snaturare la vita di un essere umano che catapultato in un’altra dimensione, che puo’ semplicemente essere la realtà, non trovi più una base su cui appoggiarsi.”
Ascoltano gli interventi di tutti i due autori. Mostrando una grande stima ed un grande rispetto verso tutti.
” Non saprei. So solo che leggevo le sue lettere e volevo salvarlo. Pensavo fosse innocente. Io ero in Africa e sentivo come sempre nella vita quel sentimento da mamma di voler salvare a tutti i costi una persona. E mi spaventava quasi il modo in cui scriveva, in maniera perfetta.” afferma Laura Ephrikian senza peli sulla lingua, prendendosi pochi meriti forse uno: ” Sono stata brava a fare una sola cosa. A vedere le possibilità in un uomo…”
La guarda, ascolta emozionato Nino Mandalà prima di prendere parola: ” Nella vita sono stato privato per un periodo della mia libertà. Oggi invece sono stato scippato dei miei pensieri da Ciambriello (ride), mi ha rubato le parole in un certo senso…
Ho avuto un carattere molto forte altrimenti non ce l’avrei fatta. Scovavo la mia identità nella scrittura e la portavo a lottare con l’identità che la pubblica accusa mi aveva cucito addosso. Abbiamo lottato tanto, fino alla mia rinascita!”
Applausi scroscianti dei presenti che hanno apprezzato ogni singola parola espressa dei presenti. Un pomeriggio diverso, toccante che ha lasciato qualcosa dentro ognuno dei presenti; relatori e spettatori.