Vince l’astensionismo. Basta a scelte calate dall’alto e ai soliti noti, queste le parole di Gennaro Capodanno circa le elezioni suppletive svoltesi ieri a Napoli.
La percentuale bulgara di astensionismo, oltre il 90%, in una buona fetta della Napoli, chiamata alle urne in questa tornata elettorale per le suppletive al Senato, è la palmare risposta allo stato di abbandono e di degrado nel quale versa il capoluogo partenopeo, dai quartieri periferici a quelli cosiddetti bene. I napoletani sono stufi di una classe politica e amministrativa rimasta per troppo tempo sorda a tutti gli appelli rivolti per il miglioramento di servizi pubblici essenziali, dai trasporti al verde, dalla pulizia delle strade alla loro manutenzione. E mentre si continua a litigare a destra e a sinistra per le candidature a prossimo governatore della regione Campania, gli elettori si disaffezionano sempre di più al voto tanto più quando si ripropongono vecchi e superati schemi e personaggi, laddove invece per coinvolgere la cosiddetta società civile bisognerebbe cambiare decisamente passo, mandando definitivamente a casa tutti quelli che, ai vari livelli, per palese incapacità politica, amministrativa e gestionale hanno ridotto la Città e la Regione nelle attuali disastrose condizioni.