“E’ tristissimo sapere che una persona muore per una malattia. Però è importante che tu consideri che la paura che senti riguarda una minaccia che ha pochissime probabilità di riguardare la tua vita. Ma tutto il mondo, proprio per evitare che questo accada, oggi si sta dando da fare per evitare che questa infezione si diffonda”. E’ quanto ha scritto Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, in una lettera su Fb indirizzata alla figlia di 11 anni, “sensibilmente preoccupata” per l’allarme coronavirus come tanti bambini e adolescenti.
Lo specialista suggerisce di raccontare a loro “tutta la verità, né più né meno” ma “in toni molto meno ansiosi di quelli che vengono usati in questi giorni e allarmano allo spasimo la mente dei nostri figli”. “La cosa che più spaventa i nostri figli è che hanno la falsa credenza che questo virus ci ucciderà tutti”, ha scritto Pellai, autore di bestseller per genitori, educatori e ragazzi, sottolineando che questo virus invisibile a occhio nudo spaventa anche perché “da sempre noi esseri viventi abbiamo paura di ciò che ci può fare male e che non si può vedere”. Lo psicoterapeuta evidenzia poi alcune “verità che in questo clima di allarme vengono raccontate, ma le persone colgono molto meno”. Ad esempio che “il contagio ha colpito un numero molto ristretto di persone” e “la malattia si è localizzata i alcune zone precise, chiamate focolai di infezione”, o che “ad oggi, il 2% delle persone affette dal virus è morto” e “tra i malati non ci sono praticamente bambini”. “La paura ci fa vedere tutto buio e cupo. Ma tu non perderti nel buio – scrive lo specialista nella conclusione della sua lettera indirizzata a ogni bambino angosciato per l’emergenza sanitaria -. Affidati al lavoro di milioni di persone che oggi stanno lavorando e combattendo per vincere la battaglia contro il coronavirus. Impara a immaginarle tutte insieme. Un esercito infinito di milioni di uomini e donne, medici, ricercatori, scienziati, infermieri, forze dell’ordine, contro un invisibile microscopico virus. Ce la faremo, vedrai, ce la faremo”