Guglielmo Epifani, presidente della X commissione attività produttive, commercio e turismo, è un uomo che vanta una lunga carriera politica, ma soprattutto sindacale. E’ per la sua attività da sindacalista che molti lo ricordano, Epifani, infatti, è stato segretario generale della CGIL per otto anni, dal 2002 al 2012, diventando il primo socialista ad amministrarla sin dalla sua ricostituzione nel 1944. Dopo la guida della CGIL, Epifani ha scelto di scendere attivamente in campo nel mondo politico, presentandosi alle elezioni, avvenute nel febbraio 2013, come capolista della lista PD nella circoscrizione Campania I, dove fu eletto alla Camera dei Deputati. Ma la sua attività politica non si è esaurita qui, Guglielmo Epifani nel maggio 2013 è nominato segretario generale del Partito Democratico, con l’85,8% dei voti succedendo Pierluigi Bersani. La sua nomina avvenne in un periodo molto difficile per il PD, in cui c’era molto scompiglio ed Epifani, fu chiamato appunto ad avere un ruolo di “traghettatore”, per riuscire a guidare il gruppo fino al prossimo congresso. Nel dicembre del 2013 fu succeduto da Matteo Renzi, che adesso è alla guida del paese, guida che in un momento come questo non è sicuramente facile. L’Italia, come molti sanno sta attraversando una grande crisi, da cui non è semplice uscirne. Il premier, con le altre forze politiche, sta lavorando in questo senso, cercando di attuare le riforme necessarie per superare le difficoltà che il paese e gli italiani stanno vivendo. A questo proposito, qualche giorno fa il Fondo Monetario Internazionale, in visita con una sua delegazione, ha dato buoni voti al programma delle riforme sulla legge elettorale, il mercato del lavoro e il servizio pubblico.
Ne abbiamo parlato con Guglielmo Epifani.
Il Fondo Monetario Internazionale ha promosso il Governo Renzi, definendo ambiziose le sue riforme, ma ha sottolineato anche che la disoccupazione ha raggiunto livelli inaccettabili, lei crede che il Jobs act possa essere una spinta verso la riduzione della disoccupazione?
«Io spero anche che sia una spinta verso la riduzione della precarietà, deve fare le due cose incrementare l’occupazione e ridurre la precarietà, naturalmente poi non è solo intervenendo sul mercato del lavoro che si crea lavoro e più occupazione».
Secondo lei, cosa si deve mettere in pratica per far ripartire il paese?
«Bisogna far ripartire il ciclo degli investimenti è questo che si sta cercando di fare con sia con l’allentamento del patto di stabilità interna, sia chiedendo all’Europa di scorporare gli investimenti dal patto del 3%, sia chiedendo agli imprenditori internazionali e italiani di investire di più, perché se non s’investe, il paese non può uscire dalla crisi».
In questo senso va letta la sollecitazione di Renzi alle banche per incrementare i finanziamenti a favore delle aziende?
«Certamente Renzi sta spingendo le banche a dare finanziamenti alle aziende per incrementare le attività, credo che Renzi abbia ben chiaro quello che si debba fare ed è certo su questo punto, infatti, insiste sempre su questa direzione e sta facendo bene».
Qual è il messaggio che i politici dovrebbero trasmettere ai cittadini in un momento così difficile?
«Tutti dovrebbero capire che non si fa politica solo quando si vince, è quando si perde che si deve andare avanti, solo così si possono coinvolgere e avvicinare i cittadini ai valori della politica».