Sono nuova qui, diciamo l’ultima arrivata. Non è ancora facile per me scrivere un fatto di cronaca in modo oggettivo senza aggiungere il mio personale pensiero ed è ancor più difficile scrivere del Covid-19 restando obbiettivi, mettendo le paure e le angosce da parte. Sono Margherita Iannicelli, una studentessa di scienze della comunicazione e come tanti di voi mi trovo oggi ad affrontare una situazione del tutto nuova.
Il coronavirus sembra stia allontanando le persone. Tutti siamo costretti a restare in casa, lontano dai nostri amici, parenti e colleghi.
Bisogna evitare il più possibile ogni contatto con gli altri: questo è ciò che ripetono continuamente in televisione. E allora non scendiamo, scuole chiuse, attività chiuse, spostamenti da evitare o limitati.
Non è facile, nessuno dice che lo è.
Cambiare abitudini è più difficile di quanto sembri, sia per gli adulti che per i bambini. Sembra assurdo negare un abbraccio o una semplice stretta di mano; negare ai più piccoli di giocare insieme o di passare il pomeriggio a casa dell’amichetta del cuore.
Ma si sa, nei momenti duri bisogna stringere i denti e andare avanti il più possibile ricordando che l’unione fa la forza. Quell’unione che tanto sembra vacillare quando parliamo dell’Italia intera ma che potrebbe essere una soluzione. Ora forse ci si rende conto che non c’è differenza alcuna tra nord e sud, siamo un unico stivale, un’unica grande zona rossa che ce la sta mettendo davvero tutta.
E così in questi giorni spuntano i primi ringraziamenti verso chi è in prima linea per trovare una soluzione contro il coronavirus o per chi continua a lavorare, nonostante la paura, aiutando chi non sta bene.
“Orgogliosi di voi!!! Grazie” questa la scritta comparsa davanti all’ospedale di Conegliano oppure “In questo momento di difficoltà i nostri eroi siete voi” messa davanti all’ospedale di Monza; come queste sono tante le frasi per ringraziare tutto il personale sanitario che sta lavorando senza sosta in questo momento di difficoltà.
Meno grandi dei cartelloni ma sicuramente di grande impatto sono invece tutti quei bigliettini e post-it colorati affissi alle auto, ai citofoni o magari nelle metro che lanciano messaggi positivi e di speranza per ricordarci che l’Italia ce l’ha sempre fatta e andrà tutto bene.
“ANDRA’ TUTTO BENE” è proprio questa la frase più significativa di questo momento.
Una frase così importante che, tanti genitori hanno deciso di scriverla con i propri figli su dei cartelloni per poi metterli fuori ai balconi o alle finestre.
In questo periodo fa bene a chiunque si trovi in strada leggere queste tre semplici paroline “andrà tutto bene” magari arricchite con tanti arcobaleni e ci rendiamo subito conto che forse solo l’opera di un bambino riesce a strappare un sorriso in questo grigiore.
Certo non saranno quadri di Van Gogh ma sono la risposta dei cittadini che non si possono più abbracciare ma che hanno voglia di farcela. Con dei pennarelli e un foglio si sottolinea quest’idea: NOI CI SIAMO, NON AVERE PAURA, PASSERA’ E ANDRA’ TUTTO BENE.
Questi messaggi ci riportano ad una dimensione umana, ci ricordano il significato di aggregazione e sono di sostegno in questo che è un momento di isolamento dove non è ammessa nessuna condivisione comunitaria.
Torneremo presto il popolo sereno e caloroso che siamo sempre stati, non si avrà timore delle persone anzi, tutti torneranno ad abbracciarsi, a sbaciucchiarsi e a coccolarsi serenamente.
Tornerà il sereno, passerà questo momento difficile e si affronterà tutto con quella spontaneità e quell’innocenza con cui, soprattutto i bambini si relazionano agli altri, che ci rende umani.