Cultura

La pizza napoletana sconfigge la noia e l’isolamento

Marzo 2020, sarà il mese che verrà riportato sui libri di storia e non solo, credo sarà ricordato in modo particolare da ogni italiano che sta vivendo questo momento. Siamo abituati ad immaginare le guerre quelle fatte di bombe, carri armati, soldati e scontri. Ma non è sempre così, il Coronavirus è stata la prova. Siamo tutti protagonisti di una guerra silenziosa che si combatte stando a casa, senza uscire dalle nostre abitazioni. Tanto piccolo, tanto invisibile, tanto malvagio.

Siamo tutti coinvolti in qualcosa che ci ha travolti d’improvviso senza darci quasi il tempo di accorgerci. O forse sì, qualche segnale c’era, ma probabilmente non siamo stati in grado di leggere quei segnali. Ora Covid-19 è tra noi e tutti dobbiamo fare la nostra parte per sconfiggerlo. Ci sono i medici in prima linea con gli infermieri, il personale sanitario e tutti i volontari e poi ci siamo noi che dobbiamo fermare la diffusione di quella che è diventata una pandemia.

Dopo tre settimane di faccia a faccia col Coronavirus, e numerose Ordinanze e Decreti varati per contenere i contagi e l’emergenza, tra questi il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha annunciato anche lo stop alla pizza d’asporto e alla consegna di cibo a domicilio. De Luca ha spiegato che con gli ordini e l’arrivo di piatti già pronti nelle abitazioni si rischia di far aumentare le possibilità di contagio, proprio per la natura del lavoro e dei comportamenti che i riders sono ‘costretti’ a compiere durante le loro consegne. Dunque non resta che trovare degli intrattenimenti per poter rimanere in casa il più possibile senza annoiarsi e far annoiare. L’invito è quello di restare a casa, anche questo weekend, anche la prossima settimana e oltre, fino a cessata emergenza. Weekend a casa non è per forza sinonimo di noia, anzi.

A Napoli, come in gran parte d’Italia il sabato è connubio con pizza e nessuno ci convincerà del contrario. Sabato pizza e non sarà il doverla mangiare in casa a fermarci, anzi. Sabato pizza e con una ricetta facile e un procedimento che ci spieghi passo passo come si fa l’impasto mantenere le tradizioni anche in un momento di quarantena forzata sarà facilissimo. Basterà poi invitare gli amici su face time non mancherà nemmeno la compagnia.  Ma come si fa la pizza in casa?

A spiegarlo molti pizzaioli che hanno pensato di dare lezioni online per poter aiutare grandi e piccini a non fare a meno della tradizione. Per fare la pizza infatti servono solo acqua, farina, sale, olio e lievito. La pizza è diventata nel tempo un simbolo conosciuto e riconosciuto da tutto il mondo, una parola comune che non conosce lingue se non una, quella italiana, ma che di origine ne conosce solo una: Napoletana.

Si sente spesso parlare della pizza, nel bene e nel male l’importante è che se ne parli’ ma bisognerebbe capire il capolavoro, l’opera d’arte, il significato e la storia che si cela dietro un impasto a regola d’arte e all’olio e alla mozzarella e agli abbinamenti che rendono la pizza, la nostra pizza, famosa e il momento dell’assaggio irrinunciabile.

Innanzitutto la Pizza con la ‘P’ maiuscola è quella di antica tradizione napoletana, che evoca la maschera di Pulcinella, le bellezze di Posillipo, il Golfo di Napoli e il Vesuvio. La data simbolica della sua nascita risale al 1889, quando il famoso pizzaiolo Raffaele Esposito offrì alla regina Margherita di Savoia, moglie di Umberto I, in visita nella città del Maschio Angioino, una pizza nuova, vestita di bianco, rosso e verde, che soppiantava le pizze allora tradizionali. Quella luna rotonda preparata con pomodoro, mozzarella e basilico, rappresentava la bandiera italiana ed era un modo di festeggiare con gusto le italiche gesta di Casa Savoia (che aveva soppiantato il potere borbonico) e l’unificazione dello Stivale.

Questa sera, più di ogni altra sera la pizza avrà un gusto speciale. Unirà ogni italiano, ognuno sarà riunito con la sua famiglia attorno alla tavola della propria abitazione ma saprà di non essere il solo a gustare quella meravigliosa prelibatezza dal tocco speciale per essere stata impastata con tanto amore dalla propria mamma e dai suoi bambini.

Questa sera, osservata dall’alto Napoli pare appare insolitamente in pace con se stessa. Poche auto in movimento, a distanza di metri l’una dall’altra come se rispettassero un’impossibile ordinanza stradale antivirus. Il quartiere dello stadio, Fuorigrotta, rimanda a ricordi degli anni ‘60 quando i palazzoni spuntavano l’uno dietro l’altro.  E pare sentire una risata così piena e contagiosa che non puoi fare a meno di ridere anche tu.

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