Praticò e Lopa, si sente cosi la voglia di essere utili, gestire la paura e l’isolamento e molto complicato ma sentirti utile può essere la cura e la forza di combattere.
In guerra ogni arma è quella giusta, ed è cosi anche per gli operatori socio/sanitari della nostra Nazione che, come carne di macello affrontano il mostro, guerrieri con le armi di cartone. Cosi che il malanno economico-organizzativo viene evidenziato da un post su un profilo fb di Giovanni Bufalino, Coordinatore Infermieristico Terapia Intensiva Pediatrica ad indirizzo Cardiologico e Cardiochirurgo.
Giovanni per ringraziare le donne che visto la difficoltà cuciono delle mascherine, se anche non del tutto a norma, ma sicuramente sono meglio del nulla, mettendo in risalto la difficoltà spesso palesata da tutti gli organi mediatici dell’informazione ed oltre.
La mascherina è Vita, un presidio importante su un un avamposto di guerra al Covid19. Si sente cosi la voglia di essere utili e gestire la paura dell’isolamento. E’molto complicato ma sentirti utili può essere la cura e la forza per combattere. Cosi che Rosa Praticò, Presidente di Officina delle Idee e Responsabile delle Donne che fanno impresa di Confesercenti, lo legge e da subito decide di mettersi alla ricerca di uomini e donne di buona volontà.
Tra i primi che raccoglie l’appello della Praticò, Rosario Lopa, Portavoce della Consulta Nazionale per l’Agricoltura e Turismo. La condivisione è totale in tanti si adoperano in tre giorni più di 500 mascherine si realizzano riutilizzando scampoli di stoffe. Due stilisti Luciano Fiore e Gabriele Bonomo (quest’ultimo figlio di un infermiere del Monaldi) rispondono alla appello. L’adesione in queste ore è continua con tante donne che vogliono rendersi partecipi da subito.
Amalia Francesca Antonella Luisa Anna e tante altre a 10 20 30 mascherine alla volta. Vogliono esserci anche con il poco. Le mascherine di cotone portano all’interno della carta forno. Si avete capito bene…infermieri che si difendono come possono in assenza di mascherine ffp2. Anche a Nola, come al Monaldi di Napoli, arrivano le Mascherine della solidarietà, consegnate ai sanitari dei complessi ospedalieri. Tutti i reparti sono potenzialmente a rischio è proprio quel rischio che in tutti i modi possibili dobbiamo scongiurare.
L’iniziativa si realizza e accade restando a casa, con lo spirito: aiutare aiutandoci. Cosi che la parte importante la svolge la protezione civile Antares di Volla che fa da collante in tutta questa rete, evitando ulteriori spostamenti. Felice Granato, volontario, percorre per lavoro la strada che passa da Volla verso Nola, fa la sua parte e come tutti Noi in questa enorme corsa alla massima divulgazione di una richiesta d’aiuto, dimostra quanto nelle situazioni critiche il cuore prevale sempre.
Da questa iniziativa di solidarietà nasce l’idea,vista anche la massiccia richiesta da parte del mondo civile, di Luciano e Gabriele che si stando adoperando, per produrre le mascherine e donando il ricavato delle offerte alla ricerca, quella ricerca che in questo momento salva la vita ai contagiati da Covid19, con la tenacia e il coraggio del dott. Ascierto che non lascia il protocollo nel cassetto ma lo mette in pratica, riscuotendo dei risultati importanti che verranno condivisi con altre realtà duramente colpite e che sono in guerra contro il contagio del virus.