57.405 le persone detenute all’interno delle carceri, nonostante i posti disponibili siano meno di 48.000 Il pensiero del Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma è infatti piuttosto chiaro: «Ancora troppe per consentire che siano attuate le misure precauzionali indispensabili per impedire la diffusione del virus Covid-19.
Urgono nuove e incisive misure in grado di arrivare a una sensibile riduzione della popolazione detenuta».
Situazione drastica quella che vivono i responsabili delle carceri ed infatti è stato proprio il Consiglio superiore della magistratura a definire non sufficienti le misure varate dal governo con il decreto Cura Italia per ridurre il sovraffollamento carcerario e così il rischio contagio da coranavirus nelle carceri.
Un faro in mezzo al mare è sicuramente l’idea dei braccialetti elettronici per alcuni detenuti che garantiranno l’uscita ovviamente solo a chi ne ha già maturato i requisti e che debba scontare meno di 18 mesi di prigione.
E quindi pronti-via, sono disponili 5000 braccialetti di cui 920 subito disponibili.
Un vero e proprio controllo a distanza dei detenuti ai domiciliari e sembrava tutto procedere per il meglio quando, ma il decreto Cura Italia prevede l’istallazione di un massimo di 300 braccialetti a settimana, un numero insufficiente per affrontare l’emergenza e che ha portato il presidente di Antigone Patrizio Gonnella ad affermare: “Gli ultimi detenuti usciranno dal carcere infatti tra oltre tre mesi, quando ci auguriamo la fase acuta legata al diffondersi del Covid-19 sarà già ampiamente alle spalle».
Ovviamente anche il Garante dei detenuti della regione Campania si è espresso sulla vicenda dichiarando: “Si sono susseguite numerose le storie di ristretti che non hanno ottenuto i domiciliari proprio per la mancanza dei braccialetti o che come il primo caso in Italia di detenzione domiciliare grazie ad un magistrato di sorveglianza di SMCV che fatto il provvedimento mancava in carcere e in questura il braccialetto.”
Più che una dichiarazione quella di Samuele Ciambriello è un appello alla solidarietà: “ Gli istituti penitenziari della Campania sono sovraffollati e per evitare che il rischio di contagio è giusto consentire ad una buona parte dei detenuti che ne rispecchino ovviamente i requisiti di scontare gli ultimi mesi presso il proprio domicilio. “