Cinzia Bogazzi, una laurea in Economia e Commercio all’Università di Pavia, oggi manager di un rinomato centro commerciale, è una donna solare, eclettica, intraprendente. La moda è impressa nel suo DNA, come una passione autentica, che si manifesta nel suo vivere quotidiano, attraverso la scelta di outfit originali e sfiziosi, che nascono da abbinamenti insoliti di colori, forme, materiali. Una vera guru nella invenzione dei look più appropriati e sorprendenti. L’amica influencer che tutte vorrebbero avere.
Cinzia è nata a Codogno, la cittadina del lodigiano, immersa nel verde dei suoi campi fecondi, balzata all’improvviso agli onori delle cronache per un primato inatteso e doloroso: il primo contagio da Coronavirus.
Il temperamento vulcanico e positivo di questa donna, forte e determinata, non si è lasciato scoraggiare. Finalmente la moda è diventata per lei lo strumento per sostenere i suoi concittadini nella battaglia più importante, quella per la vita.
Il suo incontenibile spirito creativo ha portato alla realizzazione di una t-shirt con impressa la scritta: “Non per vantarmi ma sono di Codogno”, incorniciata da un cuore. Con la sua consueta ironia, Cinzia ha intrapreso questa ammirevole iniziativa solidale a sostegno dei volontari della Croce Rossa di Codogno.
Perché la moda non è soltanto apparire, ma anche esserci.
Ce lo stanno dimostrando le grandi firme, a partire da Armani che, oltre alle donazioni, ha deciso di convertire la sua produzione nella realizzazione di camici per il personale sanitario. E quindi Valentino, Gucci, Prada, Bulgari e molti altri ancora. Donazioni da milioni di euro e progetti di conversione di alcuni stabilimenti per fornire indumenti e materiali utili ai veri eroi del nostro tempo, coloro che sono impegnati in prima linea a contenere il contagio.
La moda abbandona per un attimo gli sfarzi e le ostentazioni del lusso più sfrenato per offrire il proprio aiuto in un momento di grave emergenza del nostro Paese, mostrando il proprio lato più umano. E lo fa anche con il contributo spontaneo di Cinzia, una donna come tutte noi, ma con una marcia in più.
Cinzia, come descriveresti il tuo legame con la cittadina di Codogno?
A Codogno ci sono nata e, fino all’età di 33 anni, ho vissuto a San Fiorano. Tutto mi lega a quella zona. Anche se ormai da 10 anni mi sono trasferita a Milano, lì ho ancora la mia famiglia, i miei amici più cari, gli affetti più importanti. Con tutti loro ho mantenuto un legame profondo e sincero, che arricchisce, giorno dopo giorno, il mio quotidiano.
Responsabile della galleria di negozi di un importante centro commerciale di Pavia, ma da sempre appassionata di moda. Da dove deriva questa passione? Come definiresti il tuo rapporto con il mondo fashion?
Amo da sempre la moda e la uso come valvola di sfogo, un modo per combattere lo stress di un lavoro frenetico e per esprimere la mia personalità vivace, ma anche un rifugio nei momenti di sconforto. Mi piace mescolare stili e tendenze, colori e tessuti. Dipende da come mi sveglio la mattina, dall’umore, dal tipo di giornata che mi aspetta. Lo faccio per me stessa ed è stata una terapia consigliatami dalla mia psicologa, per sconfiggere una depressione che mi aveva attanagliato. Sono orgogliosa di dire che, anche grazie alla moda, oltre all’aiuto terapeutico, sono riuscita a superare una fase difficile della mia vita.
Oggi, a fronte di una grave emergenza sanitaria che coinvolge tutto il mondo, a partire dal nostro Paese, hai deciso di scendere in campo e di dare il tuo contributo personale alla lotta contro il COVID-19. Quando e com’è nata l’idea delle t-shirt “Non per vantarmi ma sono di Codogno”? Parlami un po’ della genesi e dello sviluppo di questo importante progetto solidale.
L’idea è nata a partire dall’isolamento della mia cittadina d’origine, identificata all’improvviso come zona rossa. Io, dal primo momento, mi sono messa in quarantena volontaria. Pochi giorni prima avevo incontrato le mie amiche e, a titolo precauzionale, in accordo con la mia azienda, ho deciso di adottare questa misura. Proprio in quei giorni, in cui solo Codogno e i paesi limitrofi erano bloccati, in un momento così delicato per me e per i miei conterranei, ho pensato di fare un regalo ad una mia amica, chiusa tra le mura di casa, in un paese smarrito. È stato così che ho fatto realizzare questa maglietta. Il logo è nato in collaborazione con una fantastica ragazza ventenne di Sant’Angelo Lodigiano, Alice Cerri, che poi ha anche provveduto a stampare le prime t-shirt a titolo personale. Successivamente le ho pubblicate su Facebook ed ho cercato un finanziatore per produrle, in modo da poter donare l’intero ricavato ai volontari della Croce Rossa di Codogno…in meno di una mattinata si sono fatti avanti tre importanti sponsor, Acli Lombardia, Blue River Pavia e Spartaco Chiapparoli. Siamo riusciti a produrre ben 1.300 magliette che, proprio in questi giorni, sono arrivate a Codogno per la vendita. Speriamo di esaurire tutto lo stock! Ci tengo a sottolineare che l’intero ricavato, senza alcuna copertura di spese, andrà totalmente in beneficenza.
Perché hai scelto proprio lo slogan “Non per vantarmi ma sono di Codogno” e cosa rappresenta per te il logo incorniciato da un cuore che compare sulle tue magliette?
Mi è venuto spontaneo scegliere questo slogan perché sono da sempre orgogliosa delle mie origini. Mi ricordo ancora che il Professor Mella, docente di Economia all’Università di Pavia e mio relatore alla tesi, continuava a ripetermi: “Qualunque sarà la sua carriera lavorativa, si ricordi di non perdere mai il suo grande pregio, quella schiettezza contadina che la contraddistingue”. Questo rimarrà per sempre uno dei più bei complimenti che abbia mai ricevuto. Sono nata in campagna, da una famiglia di agricoltori e, non per vantarmi, ma…me ne sono sempre vantata! Oggi, se possibile, ancora di più, nel constatare la forza degli abitanti della mia terra che, per primi, si sono ritrovati a dover combattere questa battaglia, uniti e determinati, senza mai perdersi d’animo. Hanno mostrato tutto il loro grande cuore, che non a caso compare anche sulle mie t-shirt.
Esiste una seconda versione della t-shirt, è così?
Sì, esiste anche una versione: “non per vantarmi ma ho un’amica di Codogno”. L’idea di creare un secondo slogan è nata quando diverse amiche, non originarie della zona, hanno manifestato il desiderio di indossare a loro volta una delle mie magliette, in segno di vicinanza e solidarietà…da lì la variante alternativa.
Nel portare avanti questa tua iniziativa quale supporto hai avuto?
Acli Lombardia, Blu River Pavia e Spartaco Chiapparoli mi hanno supportata in tutto. È stata per me una grande sorpresa, in quanto non conoscevo nessuna di queste tre realtà. Grazie alla pubblicazione su Facebook, sono stata contattata direttamente da loro, che hanno provveduto all’intera copertura delle spese, senza nessuna richiesta di rientro delle stesse. Ho avuto diversi appoggi anche sul territorio, dalla Proloco di San Fiorano ad associazioni culturali di Codogno, che si occuperanno della distribuzione, della vendita e della raccolta fondi provenienti dalle magliette.
Così come hai fatto tu, partendo da una passione personale e da un coinvolgimento diretto, con i pochi strumenti a tua disposizione, pensi che il sistema della moda possa contribuire in senso positivo in questa battaglia che oggi ci vede tutti coinvolti?
Assolutamente sì! Se ci sono riuscita io, bloccata in casa e senza alcuna conoscenza, ma soltanto grazie al sostegno di persone meravigliose, penso che le aziende del settore, forti di un’organizzazione strutturata, possano fare davvero molto per aiutare il nostro Bel Paese.
Chi è Cinzia nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?
Io sono una “ragazza” di 50 anni, che ha sempre affrontato tutte le prove della vita con grande tenacia, determinazione e ironia. Proprio l’ironia mi ha sempre salvata, soprattutto negli ultimi anni, quando ho cambiato radicalmente vita, abitudini, amicizie. Sono molto legata alla mia famiglia e agli amici veri. Ho rapporti solidi sparsi in varie parti d’Italia, proprio per la mia propensione alla gioia e alla condivisione. Adoro viaggiare, cucinare, condurre una vita sana e regolare, ma soprattutto amo moltissimo il mio lavoro, al quale dedico gran parte del mio tempo. Mi piace anche stare tra me e me, ma non sono una persona sola. Scelgo le persone con cui trascorrere le mie giornate in base al valore impareggiabile della sincerità.
Cosa sogni per il futuro?
Ho tantissimi sogni…vorrei trasferirmi al mare, essendo per metà originaria di Marina di Carrara, mi piacerebbe scrivere una parte della mia storia, quella più dolorosa, perché possa essere d’aiuto ad altre persone. Ma soprattutto mi impegno perché la mia innata creatività sostenga me e chi ne ha più bisogno lungo il cammino di questa vita straordinaria, che ogni giorno ci pone di fronte a nuove sfide da superare…con il sorriso!