Se sulla questione tagli in casa Napoli persiste una situazione di stallo, il presidente Aurelio De Laurentiis invece ha già scelto la strada per i 30 dipendenti del club: cassa integrazione per loro, durerà almeno due mesi. Sospesa dunque anche la modalità lavoro da casa, adoperata fino ai giorni scorsi. È il primo club di A che prende una decisione del genere ed è probabile che altri in Italia facciano lo stesso. Peccato che qui non ci sia un Messi, cioè un leader come il capitano del Barcellona, capace di prendere a cuore la situazione precaria dei dipendenti e garantire il loro stipendio. Tra l’altro oltre agli impiegati di ufficio fra i dipendenti ci sono anche i magazzinieri. La speranza per loro, e per tutti, è che presto possano riprendere gli allenamenti così che il ricorso alla cig venga interrotto.
Intanto nessuna nuova per quanto riguarda i tagli di stipendi. De Laurentiis non ha fatto alcuna mossa attendendo un eventuale accordo sindacale nazionale che ancora non c’è nonostante la decisione presa in Lega. Come preannunciato dopo il regolare pagamento della mensilità di febbraio il Napoli ha congelato quella di marzo, in attesa di trovare la quadra. Persiste uno stallo di cinque mesi, provocato dalla richiesta pesante di multe (oltre 2 milioni complessivi) dopo il famoso ammutinamento del 5 novembre scorso. Il presidente preferisce attendere e i giocatori sono attenti a non commettere passi falsi (non a caso nessuno ha pensato di lasciare la sede come diversi colleghi di altri club), per capire come e quando la vicenda potrà chiudersi. Non è facile prevedere tempi lunghi.