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“Non esistono giornaliste bionde”, discriminazioni ai tempi del Covid-19

“Non puoi stare per strada, non è vero che stai lavorando. Non esistono giornaliste bionde”. Ai tempi del Coronavirus succede anche questo, che una giornalista impegnata a documentare con la propria telecamera quanto sta accadendo nella propria città, venga offesa e poi segnalata alla polizia municipale per un controllo da un passante.

Gli agenti (un uomo e una donna), però, vedendo l’uomo (sulla quarantina) urlare in maniera sguaiata contro Valentina Soria, giornalista di Canale 21, in via Terracciano a Pozzuoli, nei pressi dell’Anfiteatro Flavio, hanno pensato bene di controllare il delatore, multandolo, in quanto sprovvisto dell’autocertificazione e perchè privo di una scusa plausibile per essere in auto in quel momento in quel determinato punto della città.

I vigili si sono poi avvicinati a Soria che aveva tutti i documenti in regola (autocertificazione e tesserino), scusandosi per l’accaduto.

“Molti cittadini ai tempi del Coronavirus amano mostrare un distintivo che non hanno, autoproclamandosi eroi e paladini della giustizia. L’episodio che mi è capitato dimostra non solo uno scarso senso civico ma anche un abuso di autorità autolegittimato e questo è pericoloso perché è il germe di una deriva morale ed etica prima che sociale. L’episodio evidenzia anche un altro aspetto: c’è una rabbia latente che circola e che aspetta un espediente, anche incolpevole, per esplodere”, denuncia a NapoliToday Valentina Soria.“

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