L’emergenza sanitaria non è ancora rientrata abbastanza da permettere la riapertura delle scuole a maggio (come succederà in Germania e, forse, anche in Francia). Lo ha spiegato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in un’intervista al Corriere della Sera: «Il governo a giorni prenderà una decisione. Ma con l’attuale situazione sanitaria ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio. Significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti». E ancora: «Scegliere di seguire un principio di cautela, come consigliato dalla comunità scientifica, è una decisione molto politica. E non affatto scontata. Solo ieri ci sono stati altri 525 morti. Non cancelliamo gli sforzi fatti finora».
Per i bambini più piccoli, quelli delle scuole dell’infanzia, è previsto un aiuto per «le famiglie con un’estensione del congedo parentale e del bonus baby-sitter» per permettere ai genitori di tornare al lavoro.
Tutti gli studenti saranno promossi, ma i voti riveleranno l’effettiva preparazione di ciascuno. «Se lo studente merita 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5. La didattica a distanza ci ha permesso di mettere in sicurezza l’anno che altrimenti sarebbe andato perso. Alla fine tutti avranno un voto. Chi risulta insufficiente recupererà il prossimo anno con attività individualizzate».
Invece non è ancora del tutto esclusa l’ipotesi di un esame in presenza: «Ricevo lettere di studenti che me lo chiedono», spiega la ministra. «Sarebbe auspicabile, vedremo se si potrà. Escludo l’ipotesi mista: studenti a scuola e professori a casa». In estate, però, la scuola non continuerà, «perché la scuola ha chiuso ma non si è mai fermata. Significherebbe non riconoscere il lavoro di queste settimane. E l’Italia ha già uno dei calendari più lunghi d’Europa»