La app Immuni per il contact tracing della Fase 2 dell’emergenza coronavirus in Italia “sarà e resterà volontaria: cercheremo con ogni forza di spiegare agli italiani che la partecipazione e l’utilizzo sarà un sinonimo di generosità, comunità e solidarietà. Sarà certo importante una diffusione il più vasta possibile e speriamo che i nostri cittadini possano volontariamente, come si prevede, partecipare consapevoli in un numero molto alto al sistema. Un braccialetto alternativo alla app? No, la app sarà l’unico strumento utilizzato per il contact tracing”. Lo ha detto il commissario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, alla conferenza stampa alla Protezione civile.
“Ho letto – ha continuato Arcuri – che noi avremmo in testa di rendere obbligatorio l’utilizzo della app per i cittadini che potranno essere protagonisti di misure di alleggerimento del contenimento, cioè che si fornisse una sorta di ‘lasciapassare’ solo a chi la scarica. Se non fossimo tutti protagonisti di una tragedia, dovrei rispondere che questa è una farsa. È davvero una esemplificazione massima di quando le suggestioni addirittura sorpassano chi le ha pensate.
“La app funziona quanti più italiani ne fanno parte”, ha ribadito il commissario, per il quale “possono esistere due” i vantaggi “che vanno valutati dai cittadini. Intanto chiedendo un gesto di solidarietà, generosità e comunità; poi forse anche garantendo qualche facilitazione di natura sanitaria”.
Quanto alle difficoltà che potrebbero trovare gli anziani nell’utilizzo della app, Arcuri ha ricordato che “siamo il paese che ha il più alto tasso di cellulari al mondo, è un dato confortante, ed anche le persone anziane hanno quasi sempre un device mobile. Diversa è la capacità di utilizzo e stiamo lavorando molto per rendere l’installazione molto semplice: il primo target devono essere le persone anziane, che non devono avere difficoltà per scaricare la app”.