L’11 marzo scorso, dopo un’analisi approfondita in merito al virus che stava facendo tremare il mondo con il suo contagio, il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dato l’annuncio che il COVID-19 era caratterizzato come una pandemia. Sono trascorsi diversi giorni e da allora stiamo affrontando un’emergenza collettiva per la salute pubblica senza precedenti nella storia recente. Una tragedia umana insostenibile che ha coinvolto tutto il mondo. Tutti gli Stati direttamente ed indirettamente colpiti sono corsi ai ripari adottando misure di sicurezza stringenti per rallentare la corsa del virus che nella sua evoluzione sta mietendo migliaia dio vite umane. Anche il Governo Italiano non ha esitato ad attivare il proprio sistema di sicurezza già ampliamente collaudato per ben altre necessità che hanno visto coinvolto il nostro Paese. Una delle macchine operative più efficiente si è dimostrata, come del resto da sempre, l’Esercito Italiano impegnato in prima linea anche per questo straordinario evento. La risposta è stata immediata e concreta avendo come obiettivo cardine la salvaguardia, la difesa, il soccorso e la protezione della popolazione. E’ nota la professionalità, lo spirito di sacrificio e l’impegno che gli uomini e le donne dell’Esercito sono dotati e che senza esitazione si sono adoperati al servizio del Paese. Il poderoso impegno degli assetti specialistici e tecnologicamente avanzati della Forza Armata si sono dimostrati una risorsa attuale e preziosa. Dalla realizzazione di ospedali da campo al trasporto delle salme. Oggi l’impegno dell’Esercito risulta molto più articolato e diversificato, a partire da una componente in particolare, il personale sanitario. Per fronteggiare questa emergenza, l’Esercito di fatto ha avviato un arruolamento straordinario per chiamata diretta rivolta a 120 Ufficiali Medici e 200 Sottufficiali Infermieri con l’obiettivo di migliorare la propria capacità di risposta alla grave crisi sanitaria in corso di sviluppo per via del coronavirus. La procedura straordinaria è stata approvata con il decreto legge numero 18 del 17 marzo 2020. I medici e gli infermieri militari così arruolati hanno composto team sanitari messi a disposizione della sanità pubblica presso gli ospedali e le residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.). Questi professionisti quando si sono trovati di fronte alla possibilità di servire la propria nazione in armi, non hanno esitato a rispondere PRESENTE, considerando che entreranno a pieno e come attori principali in questa emergenza pandemica; saranno in prima linea a combattere questo temibile e terribile virus che ancora mette a dura prova gli scienziati del mondo intero e che sta cambiando e cambierà ogni abitudine circa il nostro modo di vivere. L’ arrivo di questo personale sanitario, sarà un indotto sano in questo momento storico per la nostra Nazione, dove questi specialisti si prodigheranno per il bene comune e per i valori che legano gli Italiani alla più amata delle Forze Armate, l’Esercito. Questi esperti hanno aderito a questo singolare progetto, mossi sicuramente da uno spirito solidale, per un ideale che pone ogni singolo cittadino di fronte alla propria coscienza e fa decidere di compiere un passo che, di fatto cambia la storia personale di quell’individuo, servire la propria nazione da sempre un onore imprescindibile da quello che potrebbe essere un salario che viene corrisposto. Il piacere che si riceve nell’indossare l’uniforme va ben oltre al mero aspetto economico. Sia gli Ufficiali (medici) che i Sottufficiali (infermieri) hanno pronunciato una delle formule più antiche in seno all’Esercito Italiano, il giuramento: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni». Il giuramento è un “vincolo personale” che impegna ciascun cittadino che presta un servizio per lo Stato e, per il personale militare, riveste un ruolo fondamentale ai fini dell’assunzione dello “status militis”. I medici rivestiranno il grado di Tenente quello da Maresciallo per gli infermieri. Al momento la loro preziosissima collaborazione se pur di un solo anno, evidenzia che, nel momento del bisogno, gli italiani percepiscono le forze armate come una struttura solida, credibile ed efficiente su cui possono fare sicuro affidamento, merito quest’ultimo che i soldati italiani si sono guadagnati sul campo in anni di attività professionale portata sempre a termine in silenzio e con una non comune operosità.
A cura di Raffaele Fattopace