«È un atto molto forte che evidenzia l’inadeguatezza della giunta regionale e delle sue politiche rispetto ad imprese, famiglie, al sistema economico della nostra regione e ad una povertà che avanza».
Nel giorno in cui le opposizioni si sono date appuntamento dal notaio per verificare se ci sono i numeri per lo scioglimento dell’assise regionale, Antonio Marciano, consigliere del Partito Democratico, da una chiave di lettura di questo gesto, parla del ruolo del suo partito e delle prossime elezioni regionali.
Qual è l’interpretazione che da di questo gesto?
«Di fronte ad un’assoluta incapacità di invertire una tendenza e spesso di fronte ad un’assenza fisica, come dimostrano i tanti consigli regionali saltati per assenza del numero legale, nel rispetto della nostra funzione, per responsabilità verso gli elettori e i cittadini della Campania, non ci rimane altro che procedere ad atti formali, oltre a quelli politici di denuncia che abbiamo fatto in questi anni».
Lei pensa che ci sarà anche qualche consigliere di maggioranza che possa firmare con voi per lo scioglimento?
« Questa è l’occasione per verificare i livelli di criticità che tante volte abbiamo visto sollevarsi tra i banchi della maggioranza, spesso perché dovuti ad un riposizionamento di equilibri interni alla maggioranza, o anche per concludere un’esperienza di governo che è stata assolutamente fallimentare. Per noi è un atto politico doveroso».
Crede che il Partito Democratico sia pronto ad affrontare le nuove elezioni?
« Il fatto è che dovremo essere necessariamente pronti. Il voto alle europee ha dimostrato che c’è una grande attenzione rispetto all’offerta politica del PD e noi dovremo essere in grado di suscitare la stessa attenzione che in campo nazionale abbiamo determinato intorno ai nostri candidati e al programma che portiamo in Europa. Dovremo cercare di trascinare settori in difficoltà della nostra società e tutti quelli che, nel 2010, avevano dato l’appoggio a Caldoro e al centro destra ma sono delusi dalle politiche sociali, di sanità, di trasporto pubblico locale e di fondi europei».
In questi anni, il suo partito a livello regionale è sembrato sempre troppo timido anche sui temi importanti che sta dicendo.
«Non mi pare. Diciamo che spesso la maggioranza ha svilito anche la nostra opposizione. I dibattiti sulla sanità, in 4 anni, sono durati in tutto 1 ora e mezzo. Il dibattito su rifiuti o sul trasporto pubblico locale si sono tenuti con l’assenza del presidente della giunta regionale. Su ognuna di queste cose abbiamo avanzato proposte di merito. Anche la famosa accelerazione della spesa dei fondi europei è tardiva e, per incapacità di questo governo, probabilmente inefficace. Il rischio è che tanta parte di queste risorse e provvedimenti non sono risorse immediatamente disponibili per questi comuni. Noi avevamo detto che bisognava utilizzare le risorse europee togliendo una parte di queste risorse da grandi progetti che non partiranno mai, come il grande progetto del porto di Napoli, ed utilizzarle su alcune filiere che indicammo: risparmio ed efficientamento energetico, infrastrutture primarie, rigenerazione urbana, riqualificazione centri storici, crediti di imposta e sostegno alle imprese».
La sensazione delle cittadini è che il PD abbia fatto meno di quello che lei sta elencando. Non vi siete fatti capire?
«Credo che ci sia stato un errore nella impostazione, concentrando una discussione tra di noi se dovevamo essere, in tempo di crisi economica un’opposizione responsabile e collaborativa, probabilmente disorientando un po. Sembrava che eravamo li a tendere una mano alla maggioranza ma abbiamo teso la mano a provvedimenti che servivano all’amministrazione regionale»
Per le prossime elezioni regionali, cosa ne pensa delle primarie per la scelta del futuro presidente?
«Sono un’opportunità ed un punto che non è superabile. Occorre far mettere in movimento il nostro mondo, le nostre organizzazioni territoriali, i tanti settori del paese e prepararli alla campagna elettorale. Io sono perché si conferma la scelta delle primarie così come previste dal nostro statuto ma evitando che diventino un riposizionamento di equilibri interni al PD».
Chi immagina come futuro candidato a palazzo Santa Lucia?
«Non ho mai preclusioni, l’importante è che chi decide di candidarsi conosca la sfida che troverà dinanzi, quella di un centro sinistra che dovrà sapersi rinnovare ed allargare ad alleanze fatte di soggetti politici ma anche con persone di impegno civico, volontariato, associazionismo che abbiamo smarrito in questi anni ma che ci hanno consentito di vincere gli anni passati, a Napoli ma anche alla regione nel 2000 e 2005. Dobbiamo essere consapevoli che andremo a governare una regione di gran lunga più complicata e difficile di quella che abbiamo lasciato, per le incapacità di governo di questi 4 anni».
Quali sono i tempi per le primarie?
«Prima della pausa estiva ci deve essere il quadro di regole condiviso, con organismi dirigenti insediati, capaci di sostenere il grande sforzo organizzativo senza sbavature».